domenica 13 novembre 2011

Banlieue 13 Ultimatum. Ovvero: a cosa porta lo zapping.

Oggi stavo aspettando che il pranzo fosse pronto (leggi: scaldare le lasagne di ieri), e tra lo sfogliare un giornale e fare zapping distratta sono capitata su Rai4, e ho mantenuto il canale per almeno un minutino.
Ottima scelta, dato che stava passando Banlieue 13 - Ultimatum.

Cosa sarà mai - mi chiederete?
Ebbene, non ne avevo la più pallida idea.
Poi ho cercato sull'Iphone (la pigrizia di non alzarmi dal divano per arrivare al pc), e ho trovato la trama.



E' un film di un regista francese, Patrick Alessandrin, del 2009.
E' la storia di una Parigi neofuturista, circondata da banlieues, appunto, distinte in gruppi etnici, che ovviamente vivono in condizioni di vita molto sotto la decenza.
I due eroi di turno, un poliziotto e un abitante della banlieu, cercheranno di salvare questi enormi quartieri popolari dalla distruzione e i loro abitanti da una vita da schiavi, facendo in modo che il presidente della Repubblica francese non prema il maledetto bottone per far saltare in aria quartieri che contengono vari milioni di abitanti (precedentemente svuotati, almeno questo).

Il finale ve lo lascio scoprire.

Comunque, apprezzo particolarmente i film francesi. Prima di tutto perchè sono riconoscibili: la musica è qualcosa di distintivo e cullante.
In questo caso un misto tra rap-house ritmata che ricorda molto le gang di periferia e qualche scena clou di Fast and Furious.
In secondo luogo, amo il largo uso di scene in cui gli eroi combattono (e vincono), fuggono e lottano praticando il parcour.
Sapete cos'è?

Ve lo spiego io: il parcour è uno sport, molto diffuso tra i giovani, che consiste nel fare del paesaggio urbano la propria palestra, allenando il corpo a saltare, arrampicarsi e servirsi di ogni anfratto metropolitano per aumentare la velocità o raggiungere posti angusti.
Altamente spettacolare e di grande intrattenimento, questo sport ricorda un misto di Lara Croft in fuga e guerrieri asiatici.



Infine, la grande morale.
E' un film fresco, giovane, ad alto livello di suspance, che riesce a trattare un argomento di estrema attualità come il degrado delle periferie, e soprattutto di quelle francesi, senza cadere nel documentario ma anzi appassionando il consumatore.
Le diverse etnie, qui dipinte come diversi Clan con un capo per ognuno (la bella asiatica che ricorda si una Lara Croft, insieme all'arabo e al nero tutto muscoli e sudore), si uniscono, si mettono d'accordo, per il bene comune: ovvero, la pace e la prosperità.
Divisi dal colore della pelle e dalle tradizioni, uniti dall'interesse. La vita.
Una sorta di Robin Hood del nuovo millennio: picchiano i ricchi per dare una vita migliore ai poveri.



Mi ricorda sapori di lotta per il bene contro il male, popoli che oltrepassano ogni confine per l'unione, contro i governi e contro le ingiustizie sociali, senza sfociare in nulla di troppo violento o fuori luogo.


Un film scoperto per caso, che non posso fare altro che consigliare.

lunedì 7 novembre 2011

Ma se ghe penso..

..la mia povera Liguria. E poi il piemonte, il Po, e Napoli.
E tutti si stanno battendo per trovare qualcosa, qualcuno a cui dare la colpa. Chi se l'è presa con il sindaco, le scuole aperte, l'allarme troppo basso nonostante il largo anticipo.
Perchè è così, bisogna scatenarla la rabbia, l'indignazione, il dolore. Il dolore di chi ha perso una famiglia, una sorella, una moglie.
Bisogna trovare qualcuno verso cui puntare il dito, da cui pretendere delle scuse, una magia, che riporti indietro quello che adesso non è più.
Eppure.
Io sono dell'idea che il Sindaco possa aver fatto, magari, scelte sbagliate.
Ma che in certi casi la natura va assecondata, coccolata e protetta.
Per non farla scagliare contro di noi.

Genova si inerpica su per colline, i suoi budelli sono tortuosi così come i mille torrenti, canali che la attraversano, per arrivare al mare. E alla prima pioggia, non hanno più spazio per scorrere.
E quindi, di chi è la colpa?
Solo di una cosa, mi commuovo.
E mi stringo nelle spalle, con un brivido.
Nel vedere le foto, le testimonianze di chi, in questi giorni, armato di stivali di gomma, acqua e buona volontà, sta lavorando per ripulire Genova, per coccolarla e farla risplendere.
Chi, anche non essendo di Genova, prende un treno per andare ad affondare le mani nel fango, con il sudore sulla fronte per spostare un divano squarciato in mezzo ad una strada.
E la vera forza, sono loro.
Che si offrono, a centinaia, per andare a medicare una Genova ferita, umiliata, in lutto.
Tutto questo è la più grande sorpresa che la natura, in questi giorni, poteva darci.

Sperando di avere imparato, e di imparare sempre di più, a prenderci cura di lei. 

Banlieue 13 Ultimatum. Ovvero: a cosa porta lo zapping.

Oggi stavo aspettando che il pranzo fosse pronto (leggi: scaldare le lasagne di ieri), e tra lo sfogliare un giornale e fare zapping distratta sono capitata su Rai4, e ho mantenuto il canale per almeno un minutino.
Ottima scelta, dato che stava passando Banlieue 13 - Ultimatum.

Cosa sarà mai - mi chiederete?
Ebbene, non ne avevo la più pallida idea.
Poi ho cercato sull'Iphone (la pigrizia di non alzarmi dal divano per arrivare al pc), e ho trovato la trama.



E' un film di un regista francese, Patrick Alessandrin, del 2009.
E' la storia di una Parigi neofuturista, circondata da banlieues, appunto, distinte in gruppi etnici, che ovviamente vivono in condizioni di vita molto sotto la decenza.
I due eroi di turno, un poliziotto e un abitante della banlieu, cercheranno di salvare questi enormi quartieri popolari dalla distruzione e i loro abitanti da una vita da schiavi, facendo in modo che il presidente della Repubblica francese non prema il maledetto bottone per far saltare in aria quartieri che contengono vari milioni di abitanti (precedentemente svuotati, almeno questo).

Il finale ve lo lascio scoprire.

Comunque, apprezzo particolarmente i film francesi. Prima di tutto perchè sono riconoscibili: la musica è qualcosa di distintivo e cullante.
In questo caso un misto tra rap-house ritmata che ricorda molto le gang di periferia e qualche scena clou di Fast and Furious.
In secondo luogo, amo il largo uso di scene in cui gli eroi combattono (e vincono), fuggono e lottano praticando il parcour.
Sapete cos'è?

Ve lo spiego io: il parcour è uno sport, molto diffuso tra i giovani, che consiste nel fare del paesaggio urbano la propria palestra, allenando il corpo a saltare, arrampicarsi e servirsi di ogni anfratto metropolitano per aumentare la velocità o raggiungere posti angusti.
Altamente spettacolare e di grande intrattenimento, questo sport ricorda un misto di Lara Croft in fuga e guerrieri asiatici.



Infine, la grande morale.
E' un film fresco, giovane, ad alto livello di suspance, che riesce a trattare un argomento di estrema attualità come il degrado delle periferie, e soprattutto di quelle francesi, senza cadere nel documentario ma anzi appassionando il consumatore.
Le diverse etnie, qui dipinte come diversi Clan con un capo per ognuno (la bella asiatica che ricorda si una Lara Croft, insieme all'arabo e al nero tutto muscoli e sudore), si uniscono, si mettono d'accordo, per il bene comune: ovvero, la pace e la prosperità.
Divisi dal colore della pelle e dalle tradizioni, uniti dall'interesse. La vita.
Una sorta di Robin Hood del nuovo millennio: picchiano i ricchi per dare una vita migliore ai poveri.



Mi ricorda sapori di lotta per il bene contro il male, popoli che oltrepassano ogni confine per l'unione, contro i governi e contro le ingiustizie sociali, senza sfociare in nulla di troppo violento o fuori luogo.


Un film scoperto per caso, che non posso fare altro che consigliare.

Ma se ghe penso..

..la mia povera Liguria. E poi il piemonte, il Po, e Napoli.
E tutti si stanno battendo per trovare qualcosa, qualcuno a cui dare la colpa. Chi se l'è presa con il sindaco, le scuole aperte, l'allarme troppo basso nonostante il largo anticipo.
Perchè è così, bisogna scatenarla la rabbia, l'indignazione, il dolore. Il dolore di chi ha perso una famiglia, una sorella, una moglie.
Bisogna trovare qualcuno verso cui puntare il dito, da cui pretendere delle scuse, una magia, che riporti indietro quello che adesso non è più.
Eppure.
Io sono dell'idea che il Sindaco possa aver fatto, magari, scelte sbagliate.
Ma che in certi casi la natura va assecondata, coccolata e protetta.
Per non farla scagliare contro di noi.

Genova si inerpica su per colline, i suoi budelli sono tortuosi così come i mille torrenti, canali che la attraversano, per arrivare al mare. E alla prima pioggia, non hanno più spazio per scorrere.
E quindi, di chi è la colpa?
Solo di una cosa, mi commuovo.
E mi stringo nelle spalle, con un brivido.
Nel vedere le foto, le testimonianze di chi, in questi giorni, armato di stivali di gomma, acqua e buona volontà, sta lavorando per ripulire Genova, per coccolarla e farla risplendere.
Chi, anche non essendo di Genova, prende un treno per andare ad affondare le mani nel fango, con il sudore sulla fronte per spostare un divano squarciato in mezzo ad una strada.
E la vera forza, sono loro.
Che si offrono, a centinaia, per andare a medicare una Genova ferita, umiliata, in lutto.
Tutto questo è la più grande sorpresa che la natura, in questi giorni, poteva darci.

Sperando di avere imparato, e di imparare sempre di più, a prenderci cura di lei.