sabato 7 gennaio 2012

Si ritorna solo andando via.

Ok. E' una frase di Laura Pausini. Rabbrividisco mentalmente.
Ma fondamentalmente è intrisa di una forte verità.
Dentro di me sta esplodendo una voglia di andare, di ficcare in valigia miriadi di vestiti e aspettare il mio volo chiamato in aereoporto, guardarmi un film nelle interminabili ore di volo, e lasciarmi trasportare da cosa mi riserva il destino.
Mi spoglierei delle mia pelle per correre più veloce, andare e andare.
Assorbire, annusare, vedere, fare mio ogni paesaggio visto, ogni volto nuovo, ogni sorriso, ogni accento.
Rendere parte di me tutto ciò di cui faccio esperienza.
Immergermi in ogni colore, rumore, sguardo.
Potermi sentire un pò apolide, un pò cittadina del mondo, accogliendo a braccia aperte tradizioni non mie, adottarle e renderle familiari.
Poter tornare a casa, col mio bagaglio di regali, parole e immagini, e sentirmi diversa. E sorridere come sempre alla me che ero.
Crescere di anni in soli quattro mesi. Prendere dalla vita tutto quello che posso, aggiungere al mio bagaglio una miriade di sensazioni che mi porterò dietro per sempre.
Imparare a creare nuovi legami e a mantenere i vecchi, a cavarmela da sola, ad arrangiarmi, come ho sempre fatto ma in versione small.Dentro di me da qualche parte c'è una Alessandra libera, senza nessun legame, che non guarda in faccia a nessuno, forte e spensierata che non vede l'ora di andare senza guardarsi indietro, per godersi solo il bello di quello che questa esperienza può offrirmi.
Dall'altra parte, lasciare tutto ciò che mi è familiare, tutto ciò che non ho bisogno di guardare per vederlo, tutto quello che anche al buio, sfiorandone i contorni, so riconoscere e sentire mio, mi mette addosso una paura che paralizza.
Una paura che mi aumenta il battito cardiaco e più ci penso più mi sembra di diventare pazza.
Io, che non sono stata lontana da casa per più di quindici giorni, saprei sopravvivere per quattro mesi dall'altra parte del globo?

Io, con le mie crisi di panico, con le mie paranoie, con il mio umore altalenante, con le mie malinconie.
Io, un punto interrogativo, una mina vagante pronta ad esplodere in ogni momento.
E la domanda è solo una: e se non ce la facessi? E se non fossi pronta?
E da qui nessuna risposta, ma solo un percorso mentale che rotola come una valanga, e si ingigantisce ad ogni pensiero.
Se avessi un attacco di panico, nel mezzo di un paese che non è il mio, dove per spiegarmi non posso parlare la mia lingua, e nessuno di conosciuto mi tiene la mano?
E quando penso così, mi viene solo da chiudere gli occhi e ficcarmi sotto le coperte, come una duenne.
Sono così combattuta che riesco a cambiare idea ogni cinque minuti.
Le mete oramai sono lì, scritte in blu su un foglio di carta.
Gli esami vanno solo scelti.
Il modulo online va solo compilato.
Il mouse va solo cliccato, su quel bottone "Iscriviti al Bando".
Un gesto così semplice, ma che sembra pesare più di un macigno.

mercoledì 4 gennaio 2012

La tendenza al NO.

Devo avercela ben radicata nel sangue e nel DNA.
Ho letto una volta nelle pagine di Luciana Littizzetto che anche a lei piace dire NO.
Ma pensiamoci, non è mica sempre così facile.
Dire io NO. NON sono, NON voglio.
Spesso si è accondiscendenti a testa bassa, spesso si passa per qualcosa che non si è senza avere il coraggio di mettere insieme quelle due letterine per dire NO.
Che poi se ci sto a riflettere, la conformazione della parola NO è così piacevole da pronunciare. Detta bene anche solo col tono sta a supportare il senso. Un bel NO pronunciato lentamente. Ah. Goduria.
Comunque, dicevo.
Oggi sono in vena di NO e di NON.
Sono più irrequieta del solito, arrivo ad un traguardo ma non riesco a godermelo perchè non vedo l'ora di raggiungerne un altro. Non sto mai ferma, la mente vola sempre al successivo, incapace di godersi il presente.
Ma che razza di problema ho, io?
Comunque, al posto della lista dei propositi per l'anno nuovo, stavolta mi gira di fare una lista di NO. Di quello che NON sono e NON voglio essere. Di quello che NON voglio e NON mi piace.
Questa predisposizione al NO mi piace.
E' un pò liberatoria. Invece di un vaffanculo, per esempio.
Un bel NO! Provate.
Comunque, ritornando alla mia lista.

NON voglio una Louis Vouitton. Nè mi piacciono, nè tantomeno con le iniziali sopra. (Orrore.) NON trovo il senso di spendere dei soldi per una borsa che ormai hanno tutti in versione original o tarocca. E NON sono nemmeno una che odia il mainstream. Spesso faccio parte del mainstream. Ogni tanto nuoto da sola, da un'altra parte, in un altro oceano. Ogni tanto sì, nuoto controcorrente. Ma NON mi piace prendere una posizione, in cui sono mainstream e seguo quello che hanno gli altri oppure NON sono mainstream e faccio di tutto per distinguermi, anche se questo vuol dire andare a cercare l'ultimo piumino esistente degli anni 80 per non girare con quelli che hanno tutti.
Pesco quella che sono da quello che vedo, sento e annuso.
NON sono una che il primo gennaio pensa al bilancio dei gatti randagi uccisi dai botti. Ebbene si, sono un'anima di merda. Preferisco pensare alla bimba che ha perso un occhio oppure continuare a pensare a quanto siano ingiuste le guerre o gli sfruttamenti.
NON sono un'animalista convinta. Che NON vuol dire che vado in giro ad accettare gli animali per farmi le pellicce. Amo gli animali, non sono capace di schiacciare un ragno, ma siamo nella cacca fino al collo, e giuro che il problema delle pellicce mi sta a cuore, ma se devo fare una graduatoria ce ne sono almeno una decina prima, tra cui la pedofilia, le guerre, la violenza sulle donne, gli sfruttamenti, emergency. Per citarne qualcuno.
Quindi NON passo la vita a promuovere adozioni di cani randagi, avendo in casa due gatti persiani e un labrador pagato non so quante migliaia di euro. Non ti scrivo: "adotta anche tu Giorgetto, il cagnolino senza un occhio e due zampe" quando il mio fa la toeletta tutti i giorni e ha il collare di Vouitton e le zampe le ha ancora tutte e 4 ben funzionanti tanto che fa i concorsi canini.
Che poi anche i concorsi canini, che terribile tortura per gli animali.
Impomatati e addestrati per sfilare.
NON mi piacciono.
Sto diventando davvero troppo polemica. E NON mi piace nemmeno questo.
Forse era meglio la lista dei propositi.
Uhm.

Si ritorna solo andando via.

Ok. E' una frase di Laura Pausini. Rabbrividisco mentalmente.
Ma fondamentalmente è intrisa di una forte verità.
Dentro di me sta esplodendo una voglia di andare, di ficcare in valigia miriadi di vestiti e aspettare il mio volo chiamato in aereoporto, guardarmi un film nelle interminabili ore di volo, e lasciarmi trasportare da cosa mi riserva il destino.
Mi spoglierei delle mia pelle per correre più veloce, andare e andare.
Assorbire, annusare, vedere, fare mio ogni paesaggio visto, ogni volto nuovo, ogni sorriso, ogni accento.
Rendere parte di me tutto ciò di cui faccio esperienza.
Immergermi in ogni colore, rumore, sguardo.
Potermi sentire un pò apolide, un pò cittadina del mondo, accogliendo a braccia aperte tradizioni non mie, adottarle e renderle familiari.
Poter tornare a casa, col mio bagaglio di regali, parole e immagini, e sentirmi diversa. E sorridere come sempre alla me che ero.
Crescere di anni in soli quattro mesi. Prendere dalla vita tutto quello che posso, aggiungere al mio bagaglio una miriade di sensazioni che mi porterò dietro per sempre.
Imparare a creare nuovi legami e a mantenere i vecchi, a cavarmela da sola, ad arrangiarmi, come ho sempre fatto ma in versione small.Dentro di me da qualche parte c'è una Alessandra libera, senza nessun legame, che non guarda in faccia a nessuno, forte e spensierata che non vede l'ora di andare senza guardarsi indietro, per godersi solo il bello di quello che questa esperienza può offrirmi.
Dall'altra parte, lasciare tutto ciò che mi è familiare, tutto ciò che non ho bisogno di guardare per vederlo, tutto quello che anche al buio, sfiorandone i contorni, so riconoscere e sentire mio, mi mette addosso una paura che paralizza.
Una paura che mi aumenta il battito cardiaco e più ci penso più mi sembra di diventare pazza.
Io, che non sono stata lontana da casa per più di quindici giorni, saprei sopravvivere per quattro mesi dall'altra parte del globo?

Io, con le mie crisi di panico, con le mie paranoie, con il mio umore altalenante, con le mie malinconie.
Io, un punto interrogativo, una mina vagante pronta ad esplodere in ogni momento.
E la domanda è solo una: e se non ce la facessi? E se non fossi pronta?
E da qui nessuna risposta, ma solo un percorso mentale che rotola come una valanga, e si ingigantisce ad ogni pensiero.
Se avessi un attacco di panico, nel mezzo di un paese che non è il mio, dove per spiegarmi non posso parlare la mia lingua, e nessuno di conosciuto mi tiene la mano?
E quando penso così, mi viene solo da chiudere gli occhi e ficcarmi sotto le coperte, come una duenne.
Sono così combattuta che riesco a cambiare idea ogni cinque minuti.
Le mete oramai sono lì, scritte in blu su un foglio di carta.
Gli esami vanno solo scelti.
Il modulo online va solo compilato.
Il mouse va solo cliccato, su quel bottone "Iscriviti al Bando".
Un gesto così semplice, ma che sembra pesare più di un macigno.

La tendenza al NO.

Devo avercela ben radicata nel sangue e nel DNA.
Ho letto una volta nelle pagine di Luciana Littizzetto che anche a lei piace dire NO.
Ma pensiamoci, non è mica sempre così facile.
Dire io NO. NON sono, NON voglio.
Spesso si è accondiscendenti a testa bassa, spesso si passa per qualcosa che non si è senza avere il coraggio di mettere insieme quelle due letterine per dire NO.
Che poi se ci sto a riflettere, la conformazione della parola NO è così piacevole da pronunciare. Detta bene anche solo col tono sta a supportare il senso. Un bel NO pronunciato lentamente. Ah. Goduria.
Comunque, dicevo.
Oggi sono in vena di NO e di NON.
Sono più irrequieta del solito, arrivo ad un traguardo ma non riesco a godermelo perchè non vedo l'ora di raggiungerne un altro. Non sto mai ferma, la mente vola sempre al successivo, incapace di godersi il presente.
Ma che razza di problema ho, io?
Comunque, al posto della lista dei propositi per l'anno nuovo, stavolta mi gira di fare una lista di NO. Di quello che NON sono e NON voglio essere. Di quello che NON voglio e NON mi piace.
Questa predisposizione al NO mi piace.
E' un pò liberatoria. Invece di un vaffanculo, per esempio.
Un bel NO! Provate.
Comunque, ritornando alla mia lista.

NON voglio una Louis Vouitton. Nè mi piacciono, nè tantomeno con le iniziali sopra. (Orrore.) NON trovo il senso di spendere dei soldi per una borsa che ormai hanno tutti in versione original o tarocca. E NON sono nemmeno una che odia il mainstream. Spesso faccio parte del mainstream. Ogni tanto nuoto da sola, da un'altra parte, in un altro oceano. Ogni tanto sì, nuoto controcorrente. Ma NON mi piace prendere una posizione, in cui sono mainstream e seguo quello che hanno gli altri oppure NON sono mainstream e faccio di tutto per distinguermi, anche se questo vuol dire andare a cercare l'ultimo piumino esistente degli anni 80 per non girare con quelli che hanno tutti.
Pesco quella che sono da quello che vedo, sento e annuso.
NON sono una che il primo gennaio pensa al bilancio dei gatti randagi uccisi dai botti. Ebbene si, sono un'anima di merda. Preferisco pensare alla bimba che ha perso un occhio oppure continuare a pensare a quanto siano ingiuste le guerre o gli sfruttamenti.
NON sono un'animalista convinta. Che NON vuol dire che vado in giro ad accettare gli animali per farmi le pellicce. Amo gli animali, non sono capace di schiacciare un ragno, ma siamo nella cacca fino al collo, e giuro che il problema delle pellicce mi sta a cuore, ma se devo fare una graduatoria ce ne sono almeno una decina prima, tra cui la pedofilia, le guerre, la violenza sulle donne, gli sfruttamenti, emergency. Per citarne qualcuno.
Quindi NON passo la vita a promuovere adozioni di cani randagi, avendo in casa due gatti persiani e un labrador pagato non so quante migliaia di euro. Non ti scrivo: "adotta anche tu Giorgetto, il cagnolino senza un occhio e due zampe" quando il mio fa la toeletta tutti i giorni e ha il collare di Vouitton e le zampe le ha ancora tutte e 4 ben funzionanti tanto che fa i concorsi canini.
Che poi anche i concorsi canini, che terribile tortura per gli animali.
Impomatati e addestrati per sfilare.
NON mi piacciono.
Sto diventando davvero troppo polemica. E NON mi piace nemmeno questo.
Forse era meglio la lista dei propositi.
Uhm.