giovedì 22 agosto 2013

22 agosto 2012

Un anno fa.
A parte il fatto che è da mesi che latito da qui.
A parte il fatto che la mia anima inquieta mi ha portata in nuove acque.
A parte il fatto che le abitudini sono dure a morire e scrivo sempre a ore improbabili.

Comunque, un anno fa mi godevo con spensieratezza i primi giorni a stelle e strisce. Vagavo per il mio appartamento con la leggerezza di chi non sa che, da lì a poco, avrebbe preso una decina di chili. Mi ingozzavo senza ritegno con il menefreghismo di chi pensava "tanto che in America si ingrassa è una leggenda". Sbagliato. Molto sbagliato.
Un anno fa ero probabilmente alla mia prima festa clandestina negli appartamenti dell'università, tra giocatori di football in calzino bianco alto fino a metà polpaccio, ciabatte e beveroni anabolizzanti in giro per casa. Che, giudicando dalle stazze, pareva funzionassero.
Un anno fa stavo per scoprire che spesso sarei tornata nella mia stanza alle cinque del mattino trovando la mia coinquilina a studiare. Nella stessa posizione in cui era alle dieci di sera.
Un anno fa stavo per scoprire come ravioli al vapore e spaghetti di soia non siano così male dopo una sbronza.
Un anno fa stavo probabilmente provando l'accoppiata birra&fourloko, una bevanda a metà tra la redbull e il bacardi. Con la certezza che mi sarei svegliata ogni mezz'ora la notte successiva con la tachicardia.
Un anno fa non sapevo che avrei fatto parecchie puntate all'health center. Facendomi amiche le infermiere.
E invece siamo già ad oggi.
La laurea un traguardo non più da attendere con ansia ma alle spalle.
Una nebulosa fitta all'orizzonte che, ogni tanto, sembra organizzarsi in una sfocata scritta "sei fottuta".
Per ora mi stropiccio gli occhi.

22 agosto 2012

Un anno fa.
A parte il fatto che è da mesi che latito da qui.
A parte il fatto che la mia anima inquieta mi ha portata in nuove acque.
A parte il fatto che le abitudini sono dure a morire e scrivo sempre a ore improbabili.

Comunque, un anno fa mi godevo con spensieratezza i primi giorni a stelle e strisce. Vagavo per il mio appartamento con la leggerezza di chi non sa che, da lì a poco, avrebbe preso una decina di chili. Mi ingozzavo senza ritegno con il menefreghismo di chi pensava "tanto che in America si ingrassa è una leggenda". Sbagliato. Molto sbagliato.
Un anno fa ero probabilmente alla mia prima festa clandestina negli appartamenti dell'università, tra giocatori di football in calzino bianco alto fino a metà polpaccio, ciabatte e beveroni anabolizzanti in giro per casa. Che, giudicando dalle stazze, pareva funzionassero.
Un anno fa stavo per scoprire che spesso sarei tornata nella mia stanza alle cinque del mattino trovando la mia coinquilina a studiare. Nella stessa posizione in cui era alle dieci di sera.
Un anno fa stavo per scoprire come ravioli al vapore e spaghetti di soia non siano così male dopo una sbronza.
Un anno fa stavo probabilmente provando l'accoppiata birra&fourloko, una bevanda a metà tra la redbull e il bacardi. Con la certezza che mi sarei svegliata ogni mezz'ora la notte successiva con la tachicardia.
Un anno fa non sapevo che avrei fatto parecchie puntate all'health center. Facendomi amiche le infermiere.
E invece siamo già ad oggi.
La laurea un traguardo non più da attendere con ansia ma alle spalle.
Una nebulosa fitta all'orizzonte che, ogni tanto, sembra organizzarsi in una sfocata scritta "sei fottuta".
Per ora mi stropiccio gli occhi.