martedì 26 agosto 2014

Punto (e virgola) e a capo


Sono così maledettamente incostante.
Sarà che scrivere di gioie e traguardi suona così zuccherosamente finto, esagerato e autocelebrativo che non mi viene naturale farlo, sarà che scrivere aiuta la mia fragile autostima a sfogarsi, ma mi ritrovo ad entrare nelle pagine di questo blog nei momenti che più mi scuotono nel profondo, quelli esilaranti e allo stesso tempo spaventosi che anticipano un cambiamento.
Per la quarta volta in cinque anni sono pronta a impacchettare la mia vita e smuoverla un po', agitare le acque per vedere cosa si trova sotto la superficie e dare nuovi stimoli al mio animo inquieto.
Per la quarta volta in cinque anni sono effettivamente e inesorabilmente terrorizzata e iperattiva allo stesso tempo. Pianifico, come al solito, i minimi dettagli di un futuro che già ho costruito nei meandri della mia testa, accavallo aspettative e realtà rischiando, due volte su tre, la delusione, analizzo the worst case scenario ancora prima che questo possa anche solo figurare come un'ombra nel mio destino. Sarà che manipolo troppo la mia vita, la plasmo a mia immagine e somiglianza così tante volte nella teoria che ormai quando arriva alla pratica è già sgualcita, di seconda mano, senza freschezza.
La mia furiosa impazienza mi ha sempre portata a questo. Eppure cerco, disperatamente, di evitarlo.
E allora sono qui, sul ciglio di quella che sta per delinearsi come una nuova avventura, uno slancio verso qualcosa di nuovo e sconosciuto, l'ennesimo trasloco, le ennesime mura di una stanza che piano piano prenderà il mio odore, attutirà i miei suoni e custodirà, per qualche tempo, i miei sonni irrequieti. Un punto fermo che sa essere lì, pronto a sorreggere in caso di dondolio troppo pericolante, ma che non va a sostituire i miei arti.
Come al solito varco a passo incerto le porte di ogni nuova esperienza, mai sicura delle mie decisioni, con un vagone di "se" e "ma" perennemente ancorato alle mie spalle, ma, ancora una volta, c'è un qualcosa che mi smuove, nel profondo, mi spinge, mi regala quel tipo di sconsideratezza che scaturisce solo da un animo sicuro.
Basta solo fare un respiro profondo e ricordarsi di mettere un piede davanti all'altro.

Punto (e virgola) e a capo


Sono così maledettamente incostante.
Sarà che scrivere di gioie e traguardi suona così zuccherosamente finto, esagerato e autocelebrativo che non mi viene naturale farlo, sarà che scrivere aiuta la mia fragile autostima a sfogarsi, ma mi ritrovo ad entrare nelle pagine di questo blog nei momenti che più mi scuotono nel profondo, quelli esilaranti e allo stesso tempo spaventosi che anticipano un cambiamento.
Per la quarta volta in cinque anni sono pronta a impacchettare la mia vita e smuoverla un po', agitare le acque per vedere cosa si trova sotto la superficie e dare nuovi stimoli al mio animo inquieto.
Per la quarta volta in cinque anni sono effettivamente e inesorabilmente terrorizzata e iperattiva allo stesso tempo. Pianifico, come al solito, i minimi dettagli di un futuro che già ho costruito nei meandri della mia testa, accavallo aspettative e realtà rischiando, due volte su tre, la delusione, analizzo the worst case scenario ancora prima che questo possa anche solo figurare come un'ombra nel mio destino. Sarà che manipolo troppo la mia vita, la plasmo a mia immagine e somiglianza così tante volte nella teoria che ormai quando arriva alla pratica è già sgualcita, di seconda mano, senza freschezza.
La mia furiosa impazienza mi ha sempre portata a questo. Eppure cerco, disperatamente, di evitarlo.
E allora sono qui, sul ciglio di quella che sta per delinearsi come una nuova avventura, uno slancio verso qualcosa di nuovo e sconosciuto, l'ennesimo trasloco, le ennesime mura di una stanza che piano piano prenderà il mio odore, attutirà i miei suoni e custodirà, per qualche tempo, i miei sonni irrequieti. Un punto fermo che sa essere lì, pronto a sorreggere in caso di dondolio troppo pericolante, ma che non va a sostituire i miei arti.
Come al solito varco a passo incerto le porte di ogni nuova esperienza, mai sicura delle mie decisioni, con un vagone di "se" e "ma" perennemente ancorato alle mie spalle, ma, ancora una volta, c'è un qualcosa che mi smuove, nel profondo, mi spinge, mi regala quel tipo di sconsideratezza che scaturisce solo da un animo sicuro.
Basta solo fare un respiro profondo e ricordarsi di mettere un piede davanti all'altro.