martedì 24 aprile 2012

Sbronzleanni

Dopo delle poco produttive vacanze di Pasqua, vari acciacchi di questa primavera e l'inizio dello studio disperato per la sessione di esami che si intravede alla fine del tunnel, mi è sembrato il caso di aggiungere un pò di demenzialità a questo blog raccontando del mio compleanno. O meglio, dei festeggiamenti. E o meglio numero due, appunterò alcuni particolari indimenticabili o dimenticabilissimi.

Per darvi un'idea, dovete unire una quindicina di pischelli dai 22 ai 25 anni, un locale e una manciata di ore, tipo otto, sommata a un buffet enormemente ricco, qualche bottiglia di bianco, consumazioni a volontà e superalcolici. La tipica festicciola adolescente, anche se adolescenti ormai non siamo più. Tra l'altro, nonostante non siamo più quattordicenni i cui genitori vengono a prenderci all'una all'uscita dalla "disco", non siamo adulti manco lontanamente, quindi ci crogioliamo in questo limbo di giovinezza senza chiederci quale sia il punto di non ritorno nel quale ubriacarsi come animali, cadere dai tavoli e importunare la gente trasli da attività goliardica "da zueni" come si dice in Liguria, a squallore da bontemponi che vanno a ballare nei posti dove l'età media è 16 anni. Che dite, a che età si situa questa linea di demarcazione?

Credo che finchè festeggiare il compleanno sia una scusa per tornare a casa alle cinque dopo varie pause vomitino, esista sempre una sorta di attesa magica piena di aspettative per il giorno prediletto, un pò come il giorno di Natale finchè hai dieci anni. Quindi, venerdì scorso mi sembrava di dover aprire i regali e invece ho aperto l'ennesimo paio di collant in cui mi sono stipata, dopo averne rotti almeno tre. Pantaloncino girocoscia , tacco con conseguente camminata da Tirannosauro (a proposito, esiste anche un'età dopo la quale NON saper camminare sui tacchi è considerato un reato?) e rossetto, e arrivo (in ritardo) dai miei ospiti, che già morivano dalla fame e dalla sete (di vino).

Tempo dieci minuti di chiacchiericcio e ci eravamo già avventati sul buffet e sulle consumazioni. (Avere un amico che lavora nel locale dove festeggi è un plus ndr). Da quel momento in poi l'egocentrica di turno, cioè IO, me medesima, intrattiene gli ospiti con buffonate varie e scherzoni da grasse risate. Ora, i momenti salienti ve li appunterò per maggiore chiarezza, e sono sicura che ognuno di voi ne ha vissuto almeno uno.


  • Il presente - ovvero il regalo imbarazzante per l'amico di turno.
    Sì, lo so che l'avete fatto. Il vibratore all'amica timida, il peluche a tetta all'amico marpione. In questo caso io e il danno abbiamo voluto goliardicamente regalare all'amico con fama di micropene tre simpatici preservativi taglia xxs (finti, giuro). E giù grasse risate con conseguente "ti uccido" del suddetto. 
  • Saffo - ovvero il momento del bacio lesbico.
    Negli effluvi dell'alcool non vi è mai capitato di appoggiare le vostre candide labbrucce su quelle dell'amica del cuore? O su quelle di una tizia a caso? L'ha fatto anche Katy Perry, figuratevi. E' che proprio noi donne non possiamo farne a meno. Esplicitiamo il nostro affetto così. Per dire, io sbaciucchiavo amiche a caso. Il danno invece ha sbaciucchiato una mia amica, ma non sua. 
  • The Fall - ovvero la caduta nel vuoto.
    Il suddetto danno, dopo qualche bicchiere e una quindicina di centimetri di zeppa di troppo, ha fatto il volo dell'angelo mentre ballava in piedi sul divanetto del locale. Lei ancora non sa che sono stata io a urtarla, ma non glielo dirò. Anche perchè è caduta da un metro e mezzo di altezza di schiena. Pensavo seriamente si fosse spaccata la schiena e che l'avrei dovuta accompagnare per il resto della vita in sedia a rotelle. Ma sul momento era molto divertente. Cammina ancora. 
  • La figura di merda - ovvero prima o poi ti menano.
    E' impossibile. Non puoi non dire al danno che quelle due vecchiarde di cinquanta e passa anni in pantalone nero di latex, trucco di titanio, top con scollatura inguinale e labbra rifatte non sono la copia di voi due alla loro età che imperterrite andrete ancora a ballare nello stesso posto. Sono sicura che ci abbiano sentito. E che prima o poi ci legneranno.
  • Il vomitino - ovvero tipregononportarmiacasa devo vomitare.
    Ti senti la regina della festa, bella e impossibile (poi vedi le foto della serata e rimane solo l'impossibile), occhi da gatta e gambe infinite, ma appena sali in macchina ti sembra di aver mangiato un cinghiale vivo. Il giro per riportare gli amici a casa ti sembra un roaller-coaster di ultima generazione e preghi di non vomitare sul cruscotto, ma non per nulla, solo che la macchina è di Lui ed è nuova, e sai benissimo che A) tra la macchina e te sceglierebbe la macchina B) ti farebbe scendere seduta stante per tornare a casa a piedi. Quindi resisti, fino ad un certo punto. Poi su ciglio della strada restituisci al marciapiede quello che hai mangiato (e anche un pò alla punta delle tue scarpe) e via dritti alla prossima pausa vomitino.
Ecco, i punti salienti son belli che riassunti. Certo che aver compiuto solo ventidueanni è rassicurante: potrai ancora fare lo stesso l'anno dopo. 

Nessun commento:

Posta un commento

Sbronzleanni

Dopo delle poco produttive vacanze di Pasqua, vari acciacchi di questa primavera e l'inizio dello studio disperato per la sessione di esami che si intravede alla fine del tunnel, mi è sembrato il caso di aggiungere un pò di demenzialità a questo blog raccontando del mio compleanno. O meglio, dei festeggiamenti. E o meglio numero due, appunterò alcuni particolari indimenticabili o dimenticabilissimi.

Per darvi un'idea, dovete unire una quindicina di pischelli dai 22 ai 25 anni, un locale e una manciata di ore, tipo otto, sommata a un buffet enormemente ricco, qualche bottiglia di bianco, consumazioni a volontà e superalcolici. La tipica festicciola adolescente, anche se adolescenti ormai non siamo più. Tra l'altro, nonostante non siamo più quattordicenni i cui genitori vengono a prenderci all'una all'uscita dalla "disco", non siamo adulti manco lontanamente, quindi ci crogioliamo in questo limbo di giovinezza senza chiederci quale sia il punto di non ritorno nel quale ubriacarsi come animali, cadere dai tavoli e importunare la gente trasli da attività goliardica "da zueni" come si dice in Liguria, a squallore da bontemponi che vanno a ballare nei posti dove l'età media è 16 anni. Che dite, a che età si situa questa linea di demarcazione?

Credo che finchè festeggiare il compleanno sia una scusa per tornare a casa alle cinque dopo varie pause vomitino, esista sempre una sorta di attesa magica piena di aspettative per il giorno prediletto, un pò come il giorno di Natale finchè hai dieci anni. Quindi, venerdì scorso mi sembrava di dover aprire i regali e invece ho aperto l'ennesimo paio di collant in cui mi sono stipata, dopo averne rotti almeno tre. Pantaloncino girocoscia , tacco con conseguente camminata da Tirannosauro (a proposito, esiste anche un'età dopo la quale NON saper camminare sui tacchi è considerato un reato?) e rossetto, e arrivo (in ritardo) dai miei ospiti, che già morivano dalla fame e dalla sete (di vino).

Tempo dieci minuti di chiacchiericcio e ci eravamo già avventati sul buffet e sulle consumazioni. (Avere un amico che lavora nel locale dove festeggi è un plus ndr). Da quel momento in poi l'egocentrica di turno, cioè IO, me medesima, intrattiene gli ospiti con buffonate varie e scherzoni da grasse risate. Ora, i momenti salienti ve li appunterò per maggiore chiarezza, e sono sicura che ognuno di voi ne ha vissuto almeno uno.


  • Il presente - ovvero il regalo imbarazzante per l'amico di turno.
    Sì, lo so che l'avete fatto. Il vibratore all'amica timida, il peluche a tetta all'amico marpione. In questo caso io e il danno abbiamo voluto goliardicamente regalare all'amico con fama di micropene tre simpatici preservativi taglia xxs (finti, giuro). E giù grasse risate con conseguente "ti uccido" del suddetto. 
  • Saffo - ovvero il momento del bacio lesbico.
    Negli effluvi dell'alcool non vi è mai capitato di appoggiare le vostre candide labbrucce su quelle dell'amica del cuore? O su quelle di una tizia a caso? L'ha fatto anche Katy Perry, figuratevi. E' che proprio noi donne non possiamo farne a meno. Esplicitiamo il nostro affetto così. Per dire, io sbaciucchiavo amiche a caso. Il danno invece ha sbaciucchiato una mia amica, ma non sua. 
  • The Fall - ovvero la caduta nel vuoto.
    Il suddetto danno, dopo qualche bicchiere e una quindicina di centimetri di zeppa di troppo, ha fatto il volo dell'angelo mentre ballava in piedi sul divanetto del locale. Lei ancora non sa che sono stata io a urtarla, ma non glielo dirò. Anche perchè è caduta da un metro e mezzo di altezza di schiena. Pensavo seriamente si fosse spaccata la schiena e che l'avrei dovuta accompagnare per il resto della vita in sedia a rotelle. Ma sul momento era molto divertente. Cammina ancora. 
  • La figura di merda - ovvero prima o poi ti menano.
    E' impossibile. Non puoi non dire al danno che quelle due vecchiarde di cinquanta e passa anni in pantalone nero di latex, trucco di titanio, top con scollatura inguinale e labbra rifatte non sono la copia di voi due alla loro età che imperterrite andrete ancora a ballare nello stesso posto. Sono sicura che ci abbiano sentito. E che prima o poi ci legneranno.
  • Il vomitino - ovvero tipregononportarmiacasa devo vomitare.
    Ti senti la regina della festa, bella e impossibile (poi vedi le foto della serata e rimane solo l'impossibile), occhi da gatta e gambe infinite, ma appena sali in macchina ti sembra di aver mangiato un cinghiale vivo. Il giro per riportare gli amici a casa ti sembra un roaller-coaster di ultima generazione e preghi di non vomitare sul cruscotto, ma non per nulla, solo che la macchina è di Lui ed è nuova, e sai benissimo che A) tra la macchina e te sceglierebbe la macchina B) ti farebbe scendere seduta stante per tornare a casa a piedi. Quindi resisti, fino ad un certo punto. Poi su ciglio della strada restituisci al marciapiede quello che hai mangiato (e anche un pò alla punta delle tue scarpe) e via dritti alla prossima pausa vomitino.
Ecco, i punti salienti son belli che riassunti. Certo che aver compiuto solo ventidueanni è rassicurante: potrai ancora fare lo stesso l'anno dopo. 

Nessun commento:

Posta un commento