martedì 10 luglio 2012

Saldami.

No, non è una nuova versione di "Compramiiii, io sono in venditaaa" ma è semplicemente l'inizio del sospirato periodo di saldi. Donne di tutto il mondo, unitevi: a suon di gomitate, ascelle pezzate e code per i camerini.
Sono queste le cose che ci rendono uguali, da Sondrio a Reggio Calabria. Che poi, diciamocelo, la maggior parte di noi compra cose non in saldo, perchè quelle in saldo di solito fanno cagarissimo perchè è rimasto solo il top color vomito e il pantalone con fantasia di pan di stelle.
Ma, che ve lo dico a fà, allo scattare dell'ora x, volenti o nolenti, ci ritroviamo perse nel marasma dei saldi. Oltre ai negozietti piccoli, fidati, dove si può trovare l'occasione della vita, le mete più ambite sono loro: H&M, Zara, Bershka. Dove lo stordimento è direttamente proporzionale alla grandezza del negozio. Le versioni del negozio possono essere due, in questo periodo. Una è aria condizionata munita, di solito con un'escursione termica di 25 gradi. Fuori equatore e dentro polo nord. Che torni a casa con l'affare della vita e due tonsille così. L'altra è invece non munita di refrigeramento, e la temperatura tende a superare quella esterna di tre o quattro gradi. Volete mettere i respiri affannati di decine di donne scalmanate e le loro ascelle messe insieme? Quindi a questo punto meglio andare sul sicuro con la prima versione.
Poi, c'è la versione di donna: quella che parte di casa con l'animo pacifico, placido come quella di una mucca che rumina nel prato, con l'idea di rassegnazione universale: non troverò mai nulla ma un giro per dare una svolta alla giornata lo faccio comunque. La si riconosce facilmente: vaga tra gli scaffali trascinando i piedi, dando manate svogliate ai capi, roteando gli occhi e sbuffando vistosamente. Questa è la versione meno pericolosa, il tempo di permanenza in un negozio va dai 10 secondi ai 5 minuti. Chi bisogna invece temere è la versione invasata del saldami-lifestyle: chi, con puntualità feroce, si ritrova davanti al negozio, la scarpa comoda, la canottiera stretch da combattimento e la tracolla, si guadagna la pole position. Sgomita, sorpassa, ruba. Sarebbe capace di strappare un top di lurex anche ad una bambina di sei anni. Calcola impietosamente gli sconti, i 3x2, le promozioni ed è il tipo di donna che entra in camerino con 40 capi e ne riemerge dopo tre o quattro ore, che tu inizi a pensare che sia un highlander.

Ma il bello, donne, il bello è lo shopping con l'Uomo. Che il saldami-pensiero non lo vede nemmeno col binocolo. L'uomo, in quanto essere semplice (vi giuro, non c'è essere più semplice, nemmeno quelli monocellulari. ) non concepisce la corsa all'ultimo minuto per rubare la zeppa leopardata alla milf di turno. Non concepisce la soddisfazione di aver trovato il vestito della vita scontato del 60%. Non comprendendo il punto focale, compra solo a prezzo pieno, quando il negozio è vuoto e possibilmente senza nessuna commessa che stia lì a mettergli pressione. Compra mediamente due o tre volte all'anno, solo perchè a dicembre si è reso conto che il maglione preferito è talmente liso sul gomito che si confonde con l'hobo vicino a Stazione Centrale. Prova mille maglioni, per trovare quello adatto, ti straccia l'anima perchè nessuno mai al mondo andrà bene, l'operazione di acquisto dura da due tre giorni ad una settimana intera, e alla fine tu vorresti contattare lo stilista in persona per mettere fine a questa sofferenza, mentre lui ne compra finalmente uno, minacciato da te di morte, ma non molto convinto. Fine. Insomma, anche se in una settimana di inferno, l'acquisto dell'Uomo si conclude. E per mesi si può vivere in pace. Almeno finchè non arrivano i saldi.
E lo si trascina da Zara.

Ecco, l'Uomo medio si immagina il momento esatto dopo la morte come un'enorme Zara nel periodo dei saldi estivi. Un infinito susseguirsi di commesse, camerini, ascelle, gridolini di approvazione e paillettes. Quindi immaginatevi la sua felicità alla vostra domanda: "Amore, mi accompagni a fare un giro nei saldi?" Roba che nemmeno i cani quando c'è un temporale, che vanno a nascondersi tremanti sotto il letto. Alcuni, stremati, dicono di sì. L'Uomo medio durante il saldo lo riconosci subito: vaga senza meta, l'occhio vuoto da condannato a morte che sa cosa lo aspetta, la maglietta un pò pezzata, il passo strascicato. Segue la compagna a pochi passi di distanza, ma poi si distrae un attimo e si perde. E allora comincia a rigirarsi a destra e a manca, boccheggiando, indeciso se fuggire o mettersi a piangere in un angolo. Se riesce a rimanere al passo funge da appendiabiti, perchè noi gli molliamo in mano tutto quello che abbiamo intenzione di provare. Nell'ordine: un paio di infradito, una zeppa blu cobalto, un tubino, due o tre giacchettini, tre costumi, un paio di pantaloni, una canottiera ma in tre taglie, un blazer ( attento non stropicciarlo ) e un vestito da spiaggia. Tocca poi alla coda dal camerino. Che ancora ancora, ricorda quella della posta, che in quel momento è anche allettante. Ma il momento clou è la prova: perchè bisogna avere anche un minimo di reattività, altrimenti NOI, noi rompi cazzo, non siamo soddisfatte. Abbiamo bisogno di qualcuno che ci dica, sempre e comunque "Sei stupenda, compralo. Urla di essere indossato da te. E' uno spreco lasciarlo qui" Cioè praticamente un amico gay. Ma in mancanza, supponiamo che il compagno possa svolgere la stessa mansione. Errore madornale. Il compagno può, nell'ordine: annuire muto, annuire producendo un "uhm mmm" indistinto, dirti "carino", azzardare un "insomma, ne hai diecimila.." oppure ucciderti con un "ti segna un pò lì " (mi è capitato, lo giuro). Alchè tu compri tutto lo stesso, ma hai ancora quel piccolo fastidio di non aver avuto nessuno che ti dicesse "Sei splendida, la regina del camerino. Superba", e torni a casa con i sacchetti pieni ma l'amor proprio un pò spiegazzato.

Donne, ascoltatemi, lasciate a casa i compagni e trovatevi un Enzo Miccio. Vedrete come cambia la musica.

Nessun commento:

Posta un commento

Saldami.

No, non è una nuova versione di "Compramiiii, io sono in venditaaa" ma è semplicemente l'inizio del sospirato periodo di saldi. Donne di tutto il mondo, unitevi: a suon di gomitate, ascelle pezzate e code per i camerini.
Sono queste le cose che ci rendono uguali, da Sondrio a Reggio Calabria. Che poi, diciamocelo, la maggior parte di noi compra cose non in saldo, perchè quelle in saldo di solito fanno cagarissimo perchè è rimasto solo il top color vomito e il pantalone con fantasia di pan di stelle.
Ma, che ve lo dico a fà, allo scattare dell'ora x, volenti o nolenti, ci ritroviamo perse nel marasma dei saldi. Oltre ai negozietti piccoli, fidati, dove si può trovare l'occasione della vita, le mete più ambite sono loro: H&M, Zara, Bershka. Dove lo stordimento è direttamente proporzionale alla grandezza del negozio. Le versioni del negozio possono essere due, in questo periodo. Una è aria condizionata munita, di solito con un'escursione termica di 25 gradi. Fuori equatore e dentro polo nord. Che torni a casa con l'affare della vita e due tonsille così. L'altra è invece non munita di refrigeramento, e la temperatura tende a superare quella esterna di tre o quattro gradi. Volete mettere i respiri affannati di decine di donne scalmanate e le loro ascelle messe insieme? Quindi a questo punto meglio andare sul sicuro con la prima versione.
Poi, c'è la versione di donna: quella che parte di casa con l'animo pacifico, placido come quella di una mucca che rumina nel prato, con l'idea di rassegnazione universale: non troverò mai nulla ma un giro per dare una svolta alla giornata lo faccio comunque. La si riconosce facilmente: vaga tra gli scaffali trascinando i piedi, dando manate svogliate ai capi, roteando gli occhi e sbuffando vistosamente. Questa è la versione meno pericolosa, il tempo di permanenza in un negozio va dai 10 secondi ai 5 minuti. Chi bisogna invece temere è la versione invasata del saldami-lifestyle: chi, con puntualità feroce, si ritrova davanti al negozio, la scarpa comoda, la canottiera stretch da combattimento e la tracolla, si guadagna la pole position. Sgomita, sorpassa, ruba. Sarebbe capace di strappare un top di lurex anche ad una bambina di sei anni. Calcola impietosamente gli sconti, i 3x2, le promozioni ed è il tipo di donna che entra in camerino con 40 capi e ne riemerge dopo tre o quattro ore, che tu inizi a pensare che sia un highlander.

Ma il bello, donne, il bello è lo shopping con l'Uomo. Che il saldami-pensiero non lo vede nemmeno col binocolo. L'uomo, in quanto essere semplice (vi giuro, non c'è essere più semplice, nemmeno quelli monocellulari. ) non concepisce la corsa all'ultimo minuto per rubare la zeppa leopardata alla milf di turno. Non concepisce la soddisfazione di aver trovato il vestito della vita scontato del 60%. Non comprendendo il punto focale, compra solo a prezzo pieno, quando il negozio è vuoto e possibilmente senza nessuna commessa che stia lì a mettergli pressione. Compra mediamente due o tre volte all'anno, solo perchè a dicembre si è reso conto che il maglione preferito è talmente liso sul gomito che si confonde con l'hobo vicino a Stazione Centrale. Prova mille maglioni, per trovare quello adatto, ti straccia l'anima perchè nessuno mai al mondo andrà bene, l'operazione di acquisto dura da due tre giorni ad una settimana intera, e alla fine tu vorresti contattare lo stilista in persona per mettere fine a questa sofferenza, mentre lui ne compra finalmente uno, minacciato da te di morte, ma non molto convinto. Fine. Insomma, anche se in una settimana di inferno, l'acquisto dell'Uomo si conclude. E per mesi si può vivere in pace. Almeno finchè non arrivano i saldi.
E lo si trascina da Zara.

Ecco, l'Uomo medio si immagina il momento esatto dopo la morte come un'enorme Zara nel periodo dei saldi estivi. Un infinito susseguirsi di commesse, camerini, ascelle, gridolini di approvazione e paillettes. Quindi immaginatevi la sua felicità alla vostra domanda: "Amore, mi accompagni a fare un giro nei saldi?" Roba che nemmeno i cani quando c'è un temporale, che vanno a nascondersi tremanti sotto il letto. Alcuni, stremati, dicono di sì. L'Uomo medio durante il saldo lo riconosci subito: vaga senza meta, l'occhio vuoto da condannato a morte che sa cosa lo aspetta, la maglietta un pò pezzata, il passo strascicato. Segue la compagna a pochi passi di distanza, ma poi si distrae un attimo e si perde. E allora comincia a rigirarsi a destra e a manca, boccheggiando, indeciso se fuggire o mettersi a piangere in un angolo. Se riesce a rimanere al passo funge da appendiabiti, perchè noi gli molliamo in mano tutto quello che abbiamo intenzione di provare. Nell'ordine: un paio di infradito, una zeppa blu cobalto, un tubino, due o tre giacchettini, tre costumi, un paio di pantaloni, una canottiera ma in tre taglie, un blazer ( attento non stropicciarlo ) e un vestito da spiaggia. Tocca poi alla coda dal camerino. Che ancora ancora, ricorda quella della posta, che in quel momento è anche allettante. Ma il momento clou è la prova: perchè bisogna avere anche un minimo di reattività, altrimenti NOI, noi rompi cazzo, non siamo soddisfatte. Abbiamo bisogno di qualcuno che ci dica, sempre e comunque "Sei stupenda, compralo. Urla di essere indossato da te. E' uno spreco lasciarlo qui" Cioè praticamente un amico gay. Ma in mancanza, supponiamo che il compagno possa svolgere la stessa mansione. Errore madornale. Il compagno può, nell'ordine: annuire muto, annuire producendo un "uhm mmm" indistinto, dirti "carino", azzardare un "insomma, ne hai diecimila.." oppure ucciderti con un "ti segna un pò lì " (mi è capitato, lo giuro). Alchè tu compri tutto lo stesso, ma hai ancora quel piccolo fastidio di non aver avuto nessuno che ti dicesse "Sei splendida, la regina del camerino. Superba", e torni a casa con i sacchetti pieni ma l'amor proprio un pò spiegazzato.

Donne, ascoltatemi, lasciate a casa i compagni e trovatevi un Enzo Miccio. Vedrete come cambia la musica.

Nessun commento:

Posta un commento