mercoledì 24 ottobre 2012

Quei due mesi da qualche parte del nord degli U.S.

Due mesi sono passati.
Più di sessanta giorni.



Sessanta.
Vi dirò, ormai ho preso un tran tran dormitorio-bus-college-mall-walmart-WTs (Washington Tavern, il ritrovo delle nostre sbronze finesettimanali)- dormitorio.
Non vado quasi mai a downtown, forse perchè per una volta che mi sono inoltrata qualche isolato (isolato..inizio proprio ad americanizzarmi) per andare in farmacia ho temuto davvero per la mia esistenza. Quartoggiaro è Via Montenapoleone in confronto, ve lo giuro.
I dettagli come al solito in privato.

Anyway.
Dicevo.
Ogni tanto mi scordo quasi di essere in America, tutto inizia ad avere quella forma e quei colori che associ a qualcosa di familiare, conosciuto, sicuro.
La fermata dell'autobus sotto "casa", la library, il pub a un isolato, il "pizza place" dove andiamo ogni volta a sbranare una fetta di margherita a due dollari alle quattro di notte.
La dining hall.
I bagni.
Persino i bagni.
Vi dirò, l'altro giorno ero in università e insomma sì, ci dovevo andare.
E volevo farla a casa.
Contando che il bagno in università è identico a quello di casa, dato che lo condividiamo, il pensiero ha di per sè poco senso.
Ma quel bagnetto insulso ormai è un pò casa.
Si, ridete pure.
Sto pensando di cancellare le ultime sei o sette righe ma se le ho scritte evidentemente sento il bisogno di condividerle con voi.
Pensieri profondi di un martedì sera qualunque.


Ah. Vi presento Furbo, il dito che mi è rimasto spiaccicato sotto una finestra venerdi.
Belle sfumature.
Si intonano con Halloween, questo verdino-violaceo tendente al colore di qualcosa che sta marcendo.
Perchè se una è furba, lo è fino in fondo.
Comunque, altro giro altra corsa all'health center.
Vi giuro che le infermiere mi riconoscono.
Una mi ha detto: mi ricordo anche che sei italiana. Sei sempre qui.
Son cose che fan piacere.
Ma del resto, un'ipocondriaca le cose se le tira anche un pò addosso, come mi dice sempre saggiamente il Danno.
Sarà il karma che fa il suo dovere.
Sarà che sono solo rincoglionita?




Ma passiamo a cose più interessanti.
Non riesco a smettere di fare foto a caso agli alberi e all'università.
Ma davvero, sono stupendi.





Qui sopra invece vi delizio con scorci della DINER dove abbiamo cenato giovedì sera per il compleanno di una di noi. Perchè siamo un pò camioniste inside. E perchè un mega hamburger più torta di compleanno a otto dollari in un posto che più americano non si può non potevamo perderceli.
Per la cronaca, sì, quello è il mio hamburger,
E sì, quelle sono cipolle.
Ve l'avevo detto che dentro di me, oltre alla cheerleader che mi sono mangiata, esiste anche un camionista con il tatuaggio a cuore e la scritta mamma sul braccio destro.

Nulla, non riesco a produrre niente di poetico stasera.
Posso però aggiornare la mia lista di scoperte americane.
A che numero ero arrivata?
Ah sì.
31. Ogni stagione è adatta per le ciabatte con i calzini e i calzoni corti. Anche quando io indosso sciarpa di lana e maglione.
32. Nessuno qui conosce la Moka.
33. Nessuno è mai stato in Europa. Un sondaggio da me condotto dimostra che tutti vorrebbero andarci ma è COSI' lontana. Tipo un altro universo. Della serie "Bella eh, ma lasciami guardare il football la domenica che del Colosseo e dell'Arco di Trionfo poco mi frega.
34. Cenare con un bicchiere di latte non è da pazzoidi.
35. Gli americani si urtano se gli scappa la cacca dopo la doccia. Per un attimo mi è sfuggito il perchè. Poi ho capito che LORO non hanno il bidet.
36. Qui se sei straniero ti fermano per parlare in autobus anche solo per sapere di dove sei e se ti piace l'America. Immaginate di chiedere a uno a caso un lunedì mattina di dov'è sulla metro verde a Cadorna. Come minimo se ne va indignato, come massimo vi spara un "ma fatti i cazzi tuoi".
37. I camerieri non si scazzano se gli chiedi di farti una foto al compleanno, te ne fanno due così puoi scegliere quella che è venuta meglio.
38. Pasta e pezzi di pollo qui è la massima ambizione. Mai vista in Italia in vita mia.
39. Qui nessuno fuma. Sigarette. Forse perchè costano 10 dollari a pacchetto.
40. Se non ascolti Drake o Lil Wayne fai cagare.

Niente, stasera partorire qualcosa che valga la pena di essere ricordato non è nelle mie corde.
Accontentatevi. 

E ascoltatevi questa canzone che sa di America come nessun'altra.
Zac Brown Band - Chicken Fried

"A little bit of chicken fried
a cold beer on a Friday night, 

a pair of jeans that fits just right,
and the radio oooooon"......

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Quei due mesi da qualche parte del nord degli U.S.

Due mesi sono passati.
Più di sessanta giorni.



Sessanta.
Vi dirò, ormai ho preso un tran tran dormitorio-bus-college-mall-walmart-WTs (Washington Tavern, il ritrovo delle nostre sbronze finesettimanali)- dormitorio.
Non vado quasi mai a downtown, forse perchè per una volta che mi sono inoltrata qualche isolato (isolato..inizio proprio ad americanizzarmi) per andare in farmacia ho temuto davvero per la mia esistenza. Quartoggiaro è Via Montenapoleone in confronto, ve lo giuro.
I dettagli come al solito in privato.

Anyway.
Dicevo.
Ogni tanto mi scordo quasi di essere in America, tutto inizia ad avere quella forma e quei colori che associ a qualcosa di familiare, conosciuto, sicuro.
La fermata dell'autobus sotto "casa", la library, il pub a un isolato, il "pizza place" dove andiamo ogni volta a sbranare una fetta di margherita a due dollari alle quattro di notte.
La dining hall.
I bagni.
Persino i bagni.
Vi dirò, l'altro giorno ero in università e insomma sì, ci dovevo andare.
E volevo farla a casa.
Contando che il bagno in università è identico a quello di casa, dato che lo condividiamo, il pensiero ha di per sè poco senso.
Ma quel bagnetto insulso ormai è un pò casa.
Si, ridete pure.
Sto pensando di cancellare le ultime sei o sette righe ma se le ho scritte evidentemente sento il bisogno di condividerle con voi.
Pensieri profondi di un martedì sera qualunque.


Ah. Vi presento Furbo, il dito che mi è rimasto spiaccicato sotto una finestra venerdi.
Belle sfumature.
Si intonano con Halloween, questo verdino-violaceo tendente al colore di qualcosa che sta marcendo.
Perchè se una è furba, lo è fino in fondo.
Comunque, altro giro altra corsa all'health center.
Vi giuro che le infermiere mi riconoscono.
Una mi ha detto: mi ricordo anche che sei italiana. Sei sempre qui.
Son cose che fan piacere.
Ma del resto, un'ipocondriaca le cose se le tira anche un pò addosso, come mi dice sempre saggiamente il Danno.
Sarà il karma che fa il suo dovere.
Sarà che sono solo rincoglionita?




Ma passiamo a cose più interessanti.
Non riesco a smettere di fare foto a caso agli alberi e all'università.
Ma davvero, sono stupendi.





Qui sopra invece vi delizio con scorci della DINER dove abbiamo cenato giovedì sera per il compleanno di una di noi. Perchè siamo un pò camioniste inside. E perchè un mega hamburger più torta di compleanno a otto dollari in un posto che più americano non si può non potevamo perderceli.
Per la cronaca, sì, quello è il mio hamburger,
E sì, quelle sono cipolle.
Ve l'avevo detto che dentro di me, oltre alla cheerleader che mi sono mangiata, esiste anche un camionista con il tatuaggio a cuore e la scritta mamma sul braccio destro.

Nulla, non riesco a produrre niente di poetico stasera.
Posso però aggiornare la mia lista di scoperte americane.
A che numero ero arrivata?
Ah sì.
31. Ogni stagione è adatta per le ciabatte con i calzini e i calzoni corti. Anche quando io indosso sciarpa di lana e maglione.
32. Nessuno qui conosce la Moka.
33. Nessuno è mai stato in Europa. Un sondaggio da me condotto dimostra che tutti vorrebbero andarci ma è COSI' lontana. Tipo un altro universo. Della serie "Bella eh, ma lasciami guardare il football la domenica che del Colosseo e dell'Arco di Trionfo poco mi frega.
34. Cenare con un bicchiere di latte non è da pazzoidi.
35. Gli americani si urtano se gli scappa la cacca dopo la doccia. Per un attimo mi è sfuggito il perchè. Poi ho capito che LORO non hanno il bidet.
36. Qui se sei straniero ti fermano per parlare in autobus anche solo per sapere di dove sei e se ti piace l'America. Immaginate di chiedere a uno a caso un lunedì mattina di dov'è sulla metro verde a Cadorna. Come minimo se ne va indignato, come massimo vi spara un "ma fatti i cazzi tuoi".
37. I camerieri non si scazzano se gli chiedi di farti una foto al compleanno, te ne fanno due così puoi scegliere quella che è venuta meglio.
38. Pasta e pezzi di pollo qui è la massima ambizione. Mai vista in Italia in vita mia.
39. Qui nessuno fuma. Sigarette. Forse perchè costano 10 dollari a pacchetto.
40. Se non ascolti Drake o Lil Wayne fai cagare.

Niente, stasera partorire qualcosa che valga la pena di essere ricordato non è nelle mie corde.
Accontentatevi. 

E ascoltatevi questa canzone che sa di America come nessun'altra.
Zac Brown Band - Chicken Fried

"A little bit of chicken fried
a cold beer on a Friday night, 

a pair of jeans that fits just right,
and the radio oooooon"......

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