sabato 30 marzo 2013

Nel posto dove vivo

Devo parlarvi di Barcellona. Delle meraviglie che ho visto attraverso gli occhi di chi ci vive e non da chi è in vacanza. Dei profumi, degli odori, dei colori, del vento caldo, del colore del mare.

Ma, tornando, pensavo alle differenze tra il mondo che ho costruito nella mia testa, fin da quando ne ho ricordi, e il mondo dove ogni giorno metto piede, in precario equilibrio.

Pensavo che nel mondo che immaginavo da bambina, quello in cui la parola "governo" era solo la prima persona singolare del verbo che usavo per amministrare il mio regno di bambole, peluches, capricci e Piccini Picciò (darei un rene per giocarci ancora), le cose non andrebbero proprio come vanno ora.
Nel mondo dove la mia elastica mente prepuberale vorticava felice io pensavo a salvare tutti i miei peluches da un pseudo diluvio/incendio/terremoto universale, mettendoli in salvo tutti sul mio letto.
Con sdraiata mia nonna.
La ricoprivo di un manto di pelosi polverosi che pora donna come ha fatto a non odiarmi.
Nel mondo dove i miei pensieri di bambina ancora vivono lo spreco era orrore, in quel mondo dove mi hanno insegnato che le cose si buttano se si deve, non se non si vogliono più come un giocattolo vecchio.
Nel mondo dei miei occhi di bimba i più deboli, che al tempo erano proprio i peluches, magari anche quelli un po' più bruttini e spelacchiati, andavano aiutati, abbracciati, protetti.


E si vede che il mondo dove la mia mente turbolenta ancora viaggia indisturbata è il contrario di quello dove mi trovo a passeggiare ogni giorno.
Nel posto dove vivo le manifestazioni si fanno in piazza per supportare quattro assassini che hanno ammazzato di botte un ragazzo. Un ragazzo che forse era ubriaco, forse aveva fumato uno spinello, forse aveva sbagliato qualcosa, come tutti noi sbagliamo qualcosa. Un ragazzo che subito dopo la prima autopsia, coperto di sangue, si dava per morto per "conseguenze di alcool e droga", che notoriamente ti aprono ferite mortali in testa.
Nel posto dove vivo i politici dei partiti che io, noi, paghiamo, manifestano per quattro assassini sotto il comune dove la mamma della vittima lavora.
Nel posto dove vivo questi quattro poliziotti che vorrei ribadire sono in ogni caso assassini tanto quanto  il nostro Pistorius additato come un mostro, sono incoraggiati da molti perchè non scontino nemmeno sei mesi in carcere.

Nel posto dove vivo pubblicità di stracci per pulire sono ritenute indecenti e schifose, che ricordano o addirittura inneggiano il femminicidio.
Nel posto dove vivo ci indigniamo per una pubblicità che fa sorridere ma non per le prostitute minorenni pagate da padri di famiglia, vecchi, di cui alcuni anche pagati di nuovo da noi, che ci governano.
Nel posto dove vivo ci battiamo per far rimuovere questa pubblicità ma ci schifa la rumena picchiata perchè "ste cazzo di zingare che schifo".

Nel posto dove vivo non si scende in piazza per la pace, la musica, l'arte, l'amore, la cultura che sta cadendo a pezzi, l'istruzione, la sanità.
Nel posto dove vivo si scende in piazza per manifestare contro la giustizia.
Non per la giustizia. Contro.
Nel posto dove vivo un condannato per un reato caduto in prescrizione non è un pezzo di merda delinquente ma un povero uomo vittima di una giustizia cattiva che gli fa la bua.
Nel posto dove vivo essere amici di mafiosi non è un problema, purché uno sia bibliofilo. (Recentemente ha pure citato Plutarco)

Nel posto dove vivo chi è indagato per le stragi di mafia del 92-93 telefona al Capo Dello Stato per farsi spostare di Procura, e la gente si arrabbia perchè si sente la voce di Napolitano al telefono, non perchè è un favoritismo ingiusto, irreale, immotivato.

Nel posto dove vivo intasiamo bacheche di avvisi di cani e gatti abbandonati, maltrattati, malati, mentre in casa abbiamo pellicce, borse di pelle, mocassini di coccodrillo.
Nel posto dove vivo siamo animalisti e ambientalisti, ma poi vogliamo il TAV.
Nel posto dove vivo amiamo più gli animali delle persone.
Con convinzione.
Con rabbia.
Nel posto dove vivo non si riesce a considerare un animale un essere vivente degno di rispetto ma a sua volta degno di un rispetto diverso da quello riservato ad un essere umano.
Nel posto dove vivo la pietà per l'essere umano va sfumandosi.

Nel posto dove vivo si difende la famiglia.
Ma solo quella che ci fa comodo.
Nel posto dove vivo difende la famiglia chi ha tre mogli, due divorzi, una decina di figli e va a troie.
Nel posto dove vivo chi si ama da una vita ma non crede nel matrimonio è un poveraccio e non merita niente.
Nel posto dove vivo c'è ancora gente che si permette di decidere su cosa gli altri debbano fare col loro culo.
Nel posto dove vivo io sono volgare in questo post, ma tutti i parlamentari che dormono, giocano all'ipad, si insultano in parlamento, non lo sono.
Nel posto dove vivo chi vuole morire dignitosamente non può.
Nel posto dove vivo la religione dovrebbe significare amore e invece significa spesso chiusura mentale.

Il mio mondo al contrario è davvero molto più bello di così.
Dovreste farci un salto, ogni tanto.

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Nel posto dove vivo

Devo parlarvi di Barcellona. Delle meraviglie che ho visto attraverso gli occhi di chi ci vive e non da chi è in vacanza. Dei profumi, degli odori, dei colori, del vento caldo, del colore del mare.

Ma, tornando, pensavo alle differenze tra il mondo che ho costruito nella mia testa, fin da quando ne ho ricordi, e il mondo dove ogni giorno metto piede, in precario equilibrio.

Pensavo che nel mondo che immaginavo da bambina, quello in cui la parola "governo" era solo la prima persona singolare del verbo che usavo per amministrare il mio regno di bambole, peluches, capricci e Piccini Picciò (darei un rene per giocarci ancora), le cose non andrebbero proprio come vanno ora.
Nel mondo dove la mia elastica mente prepuberale vorticava felice io pensavo a salvare tutti i miei peluches da un pseudo diluvio/incendio/terremoto universale, mettendoli in salvo tutti sul mio letto.
Con sdraiata mia nonna.
La ricoprivo di un manto di pelosi polverosi che pora donna come ha fatto a non odiarmi.
Nel mondo dove i miei pensieri di bambina ancora vivono lo spreco era orrore, in quel mondo dove mi hanno insegnato che le cose si buttano se si deve, non se non si vogliono più come un giocattolo vecchio.
Nel mondo dei miei occhi di bimba i più deboli, che al tempo erano proprio i peluches, magari anche quelli un po' più bruttini e spelacchiati, andavano aiutati, abbracciati, protetti.


E si vede che il mondo dove la mia mente turbolenta ancora viaggia indisturbata è il contrario di quello dove mi trovo a passeggiare ogni giorno.
Nel posto dove vivo le manifestazioni si fanno in piazza per supportare quattro assassini che hanno ammazzato di botte un ragazzo. Un ragazzo che forse era ubriaco, forse aveva fumato uno spinello, forse aveva sbagliato qualcosa, come tutti noi sbagliamo qualcosa. Un ragazzo che subito dopo la prima autopsia, coperto di sangue, si dava per morto per "conseguenze di alcool e droga", che notoriamente ti aprono ferite mortali in testa.
Nel posto dove vivo i politici dei partiti che io, noi, paghiamo, manifestano per quattro assassini sotto il comune dove la mamma della vittima lavora.
Nel posto dove vivo questi quattro poliziotti che vorrei ribadire sono in ogni caso assassini tanto quanto  il nostro Pistorius additato come un mostro, sono incoraggiati da molti perchè non scontino nemmeno sei mesi in carcere.

Nel posto dove vivo pubblicità di stracci per pulire sono ritenute indecenti e schifose, che ricordano o addirittura inneggiano il femminicidio.
Nel posto dove vivo ci indigniamo per una pubblicità che fa sorridere ma non per le prostitute minorenni pagate da padri di famiglia, vecchi, di cui alcuni anche pagati di nuovo da noi, che ci governano.
Nel posto dove vivo ci battiamo per far rimuovere questa pubblicità ma ci schifa la rumena picchiata perchè "ste cazzo di zingare che schifo".

Nel posto dove vivo non si scende in piazza per la pace, la musica, l'arte, l'amore, la cultura che sta cadendo a pezzi, l'istruzione, la sanità.
Nel posto dove vivo si scende in piazza per manifestare contro la giustizia.
Non per la giustizia. Contro.
Nel posto dove vivo un condannato per un reato caduto in prescrizione non è un pezzo di merda delinquente ma un povero uomo vittima di una giustizia cattiva che gli fa la bua.
Nel posto dove vivo essere amici di mafiosi non è un problema, purché uno sia bibliofilo. (Recentemente ha pure citato Plutarco)

Nel posto dove vivo chi è indagato per le stragi di mafia del 92-93 telefona al Capo Dello Stato per farsi spostare di Procura, e la gente si arrabbia perchè si sente la voce di Napolitano al telefono, non perchè è un favoritismo ingiusto, irreale, immotivato.

Nel posto dove vivo intasiamo bacheche di avvisi di cani e gatti abbandonati, maltrattati, malati, mentre in casa abbiamo pellicce, borse di pelle, mocassini di coccodrillo.
Nel posto dove vivo siamo animalisti e ambientalisti, ma poi vogliamo il TAV.
Nel posto dove vivo amiamo più gli animali delle persone.
Con convinzione.
Con rabbia.
Nel posto dove vivo non si riesce a considerare un animale un essere vivente degno di rispetto ma a sua volta degno di un rispetto diverso da quello riservato ad un essere umano.
Nel posto dove vivo la pietà per l'essere umano va sfumandosi.

Nel posto dove vivo si difende la famiglia.
Ma solo quella che ci fa comodo.
Nel posto dove vivo difende la famiglia chi ha tre mogli, due divorzi, una decina di figli e va a troie.
Nel posto dove vivo chi si ama da una vita ma non crede nel matrimonio è un poveraccio e non merita niente.
Nel posto dove vivo c'è ancora gente che si permette di decidere su cosa gli altri debbano fare col loro culo.
Nel posto dove vivo io sono volgare in questo post, ma tutti i parlamentari che dormono, giocano all'ipad, si insultano in parlamento, non lo sono.
Nel posto dove vivo chi vuole morire dignitosamente non può.
Nel posto dove vivo la religione dovrebbe significare amore e invece significa spesso chiusura mentale.

Il mio mondo al contrario è davvero molto più bello di così.
Dovreste farci un salto, ogni tanto.

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