sabato 22 ottobre 2011

Che sapore ha la serenità?

Eh. Che sapore ha?
Perchè a me pare qualcosa di dolce, di avvolgente. Ma allo stesso tempo qualcosa di speziato, di pungente, di inebriante. Qualcosa che avvolge e inebria, ecco.
Qualcosa che senti con la punta della lingua, che si sparge per tutto il tuo corpo.
E non sono nemmeno sicura di averla gustata abbastanza.
A volte è solo un pizzico sulla punta della lingua, raramente è una boccata piena.
Uno di quei gusti che sai di apprezzare, ma che non riesci bene a focalizzare, se ci ripensi.

E io riesco a focalizzarlo più intensamente a volte, molto meno altre.
Ci siamo mai chiesti, cosa vuol dire essere sereni?

Ci siamo mai fermati qualche minuto a realizzare quali sono gli ingredienti, per la serenità?
O forse la serenità arriva solo quando non si è ossessionati dalla sua ricerca?

Può darsi.
Eppure non posso fare a meno di chiedermelo. 
Soprattutto nei momenti in cui riesco ad assaporarla con la punta della lingua.
Perchè si, ne voglio di più.

Ne voglio ancora, voglio che non finisca mai.
Voglio ubriacarmi di serenità.

Eppure, silenziosa com'è arrivata, se ne va. 
E tu rimani così, con ancora quel sapore in bocca, ma che dopo qualche attimo è già svanito.
Perchè infondo, cosa conta più della serenità?

I soldi, l'amore, la salute, i viaggi..tutto è una somma, tutto è un mezzo per arrivare all'obiettivo finale: vivere serenamente.
E lottiamo ogni giorno per questo.
E fatichiamo, per questo.
Arriviamo anche a strapparci i capelli, per quell'attimo di serenità che ci spetta.

Ecco, io oggi il mio attimo di serenità l'ho assaporato con tutte le cellule del mio corpo: una giornata di sole, fredda, tersa, ventosa. Ho tirato le tende, la spiaggia deserta e il mare calmo e piatto a darmi il buongiorno. La casa silenziosa. Il profumo del caffè appena fatto, una spremuta e una fetta di torta fatta in casa.
Colazione davanti alla lettura delle notizie del giorno, un sorriso davanti alla Playlist dei miei ultimi dieci anni di Vanity Fair.
Una commissione in centro, in macchina con qualche canzone canticchiata sottovoce.
Ed eccola qui, la mia mattinata di serenità.

Eppure, schiocco la lingua sul palato, e ora sta già svanendo.. 

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Che sapore ha la serenità?

Eh. Che sapore ha?
Perchè a me pare qualcosa di dolce, di avvolgente. Ma allo stesso tempo qualcosa di speziato, di pungente, di inebriante. Qualcosa che avvolge e inebria, ecco.
Qualcosa che senti con la punta della lingua, che si sparge per tutto il tuo corpo.
E non sono nemmeno sicura di averla gustata abbastanza.
A volte è solo un pizzico sulla punta della lingua, raramente è una boccata piena.
Uno di quei gusti che sai di apprezzare, ma che non riesci bene a focalizzare, se ci ripensi.

E io riesco a focalizzarlo più intensamente a volte, molto meno altre.
Ci siamo mai chiesti, cosa vuol dire essere sereni?

Ci siamo mai fermati qualche minuto a realizzare quali sono gli ingredienti, per la serenità?
O forse la serenità arriva solo quando non si è ossessionati dalla sua ricerca?

Può darsi.
Eppure non posso fare a meno di chiedermelo. 
Soprattutto nei momenti in cui riesco ad assaporarla con la punta della lingua.
Perchè si, ne voglio di più.

Ne voglio ancora, voglio che non finisca mai.
Voglio ubriacarmi di serenità.

Eppure, silenziosa com'è arrivata, se ne va. 
E tu rimani così, con ancora quel sapore in bocca, ma che dopo qualche attimo è già svanito.
Perchè infondo, cosa conta più della serenità?

I soldi, l'amore, la salute, i viaggi..tutto è una somma, tutto è un mezzo per arrivare all'obiettivo finale: vivere serenamente.
E lottiamo ogni giorno per questo.
E fatichiamo, per questo.
Arriviamo anche a strapparci i capelli, per quell'attimo di serenità che ci spetta.

Ecco, io oggi il mio attimo di serenità l'ho assaporato con tutte le cellule del mio corpo: una giornata di sole, fredda, tersa, ventosa. Ho tirato le tende, la spiaggia deserta e il mare calmo e piatto a darmi il buongiorno. La casa silenziosa. Il profumo del caffè appena fatto, una spremuta e una fetta di torta fatta in casa.
Colazione davanti alla lettura delle notizie del giorno, un sorriso davanti alla Playlist dei miei ultimi dieci anni di Vanity Fair.
Una commissione in centro, in macchina con qualche canzone canticchiata sottovoce.
Ed eccola qui, la mia mattinata di serenità.

Eppure, schiocco la lingua sul palato, e ora sta già svanendo.. 

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