venerdì 14 ottobre 2011

Qualche ora alla Fnac..

Ore 18. In una Milano tipicamente autunnale, che si appresta a finire la propria giornata.
Io e Elena siamo lì. In quella stanzetta della Fnac, sedute a terra, e la presentazione inizia. Silvio entra, e si prepara per l'intervista, senza la sue altre due "mani", quelle di Carla, che non è presente.
E via, si parla. Si parla di adolescenza, di ribellioni, di rivoluzione e di pazzia.
Quante belle parole tutte insieme.
Adolescenza, un corpo che sboccia, ma soprattutto una mente che sboccia. Nessuna certezza, se non la consapevolezza di avere tutto il mondo davanti a sè.
Ribellioni, cose che esplodono, che ricordano l'energia, la voglia di fare, di lottare. Rivoluzione, quella che ti scoppia dentro, che spazza via il vecchio e lascia posto al nuovo. Che porta una ventata di aria fresca, e da la forza per ricominciare.
Pazzia, nessuno bene sa ancora come definirla, nessuno ancora sa di possederla oppure no, così temuta eppure così desiderata.
Parole belle, che suonano bene, piene di significato, belle per tutti.
Sia per chi è adolescente, sia per chi lo è quasi, sia per chi dall'adolescenza ne è appena uscito (con un sospiro di sollievo o una lacrima, dipende), sia per chi l'adolescenza l'ha vissuta anni fa e la ricorda con un miscuglio di malinconia e tenerezza.
Tra battute, risate, e ricordi, Silvio ricorda la sua, di adolescenza, che si intreccia con quella di Matteo e di Sofia.
E tutti, in quella stanza, ci siamo sentiti un pò Matteo, un pò Sofia.
La brillantezza di Rivoluzionen9 sta nell'aver portato a galla, in un libro semplice, scorrevole e piacevole, uno dei temi più difficili, scostanti e incomprensibili della vita: il momento in cui capisci di fare parte del mondo, di essere un'entità autonoma, in cui i tuoi pensieri si delineano e tutto appare nuovo, come se nei quindici anni precedenti avessi vissuto nell'universo delle favole.

Matteo e Sofia sono tutti noi. Noi spogliati di tutte le maschere che abbiamo usato nella nostra adolescenza, noi spogliati delle nostre arroganze e dei nostri gusci che ci hanno protetti, dietro i quali ci nascondevamo mentre prendevamo tempo, per riuscire a capire che diavolo fossimo, cosa volessimo e soprattutto cosa
 diamine il mondo volesse da noi. 
E anche se fa un pò paura leggersi, vedersi lì, stampati su quelle pagine senza alcuna protezione, ci si sente parte di qualcosa. Di un processo che nessuno si scampa.
Di alcune paure, di un terrore che tutti hanno avuto, che tutti abbiamo avuto o che addirittura tutti abbiamo ancora, sotto sotto.

Perchè è così, io ogni tanto avrei solo voglia di chiudermi la porta forte alle spalle come fa Matteo con la musica a tutto volume, e ho paura di impazzire, e si, vorrei essere pazza e libera. E ogni tanto vorrei rifugiarmi dalla nonna, mettermi il pigiama rosa e farmi fare le carte. E vorrei avere avuto un Daniele tutto per me, un idolo.

E ci si sente meno soli, ci si culla dentro la convinzione che non si è gli unici ad aver vissuto tutto questo. Rivoluzinen9 ha colto tutto, tutti gli aspetti più sfuggenti di quando si passa dall'essere bambini all'essere adulti, così, da un giorno all'altro, senza nemmeno sapere perchè. Senza un avviso, senza nulla.
A sedici anni ti senti solo, ti senti stretto nel tuo corpo e vorresti cambiare, ma appena cambi vorresti tornare indietro, nella tua tana calda e sicura. Eppure non puoi.
E hai bisogno di una spinta, per andare avanti.
E Rivoluzionen9 dà questa spinta, anche a chi ormai l'adolescenza l'ha superata da un pò.


Mentre scorro le pagine, sorrido. Sorrido di malinconia e di tenerezza.
E sorrido in unico pensiero: "sì, sono proprio io".
Leggendo mi sembra di rivivere la mia rivoluzione, la mia ribellione, di esplodere di nuovo, c'è qualcosa in quelle pagine che riporta fuori tutta l'energia e la voglia di cambiare dell'adolescenza.
E mi fa sentire meno sola.



Anche mentre Silvio parla, e spiega, (anche se purtroppo senza Carla) c'è qualcosa in tutti noi che ci unisce, che ci rasserena e ci rende tutti complici, in un passaggio che abbiamo vissuto. Di una tappa che anche a distanza di anni, tutti abbiamo condiviso.

E così, per un attimo, ci si sente parte di qualcosa. Di qualcosa più grande di noi.

Grazie, Rivoluzionen9, per portato fuori la mia, di rivoluzione.
Forse la sto vivendo ancora adesso, forse non si smette mai.


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Qualche ora alla Fnac..

Ore 18. In una Milano tipicamente autunnale, che si appresta a finire la propria giornata.
Io e Elena siamo lì. In quella stanzetta della Fnac, sedute a terra, e la presentazione inizia. Silvio entra, e si prepara per l'intervista, senza la sue altre due "mani", quelle di Carla, che non è presente.
E via, si parla. Si parla di adolescenza, di ribellioni, di rivoluzione e di pazzia.
Quante belle parole tutte insieme.
Adolescenza, un corpo che sboccia, ma soprattutto una mente che sboccia. Nessuna certezza, se non la consapevolezza di avere tutto il mondo davanti a sè.
Ribellioni, cose che esplodono, che ricordano l'energia, la voglia di fare, di lottare. Rivoluzione, quella che ti scoppia dentro, che spazza via il vecchio e lascia posto al nuovo. Che porta una ventata di aria fresca, e da la forza per ricominciare.
Pazzia, nessuno bene sa ancora come definirla, nessuno ancora sa di possederla oppure no, così temuta eppure così desiderata.
Parole belle, che suonano bene, piene di significato, belle per tutti.
Sia per chi è adolescente, sia per chi lo è quasi, sia per chi dall'adolescenza ne è appena uscito (con un sospiro di sollievo o una lacrima, dipende), sia per chi l'adolescenza l'ha vissuta anni fa e la ricorda con un miscuglio di malinconia e tenerezza.
Tra battute, risate, e ricordi, Silvio ricorda la sua, di adolescenza, che si intreccia con quella di Matteo e di Sofia.
E tutti, in quella stanza, ci siamo sentiti un pò Matteo, un pò Sofia.
La brillantezza di Rivoluzionen9 sta nell'aver portato a galla, in un libro semplice, scorrevole e piacevole, uno dei temi più difficili, scostanti e incomprensibili della vita: il momento in cui capisci di fare parte del mondo, di essere un'entità autonoma, in cui i tuoi pensieri si delineano e tutto appare nuovo, come se nei quindici anni precedenti avessi vissuto nell'universo delle favole.

Matteo e Sofia sono tutti noi. Noi spogliati di tutte le maschere che abbiamo usato nella nostra adolescenza, noi spogliati delle nostre arroganze e dei nostri gusci che ci hanno protetti, dietro i quali ci nascondevamo mentre prendevamo tempo, per riuscire a capire che diavolo fossimo, cosa volessimo e soprattutto cosa
 diamine il mondo volesse da noi. 
E anche se fa un pò paura leggersi, vedersi lì, stampati su quelle pagine senza alcuna protezione, ci si sente parte di qualcosa. Di un processo che nessuno si scampa.
Di alcune paure, di un terrore che tutti hanno avuto, che tutti abbiamo avuto o che addirittura tutti abbiamo ancora, sotto sotto.

Perchè è così, io ogni tanto avrei solo voglia di chiudermi la porta forte alle spalle come fa Matteo con la musica a tutto volume, e ho paura di impazzire, e si, vorrei essere pazza e libera. E ogni tanto vorrei rifugiarmi dalla nonna, mettermi il pigiama rosa e farmi fare le carte. E vorrei avere avuto un Daniele tutto per me, un idolo.

E ci si sente meno soli, ci si culla dentro la convinzione che non si è gli unici ad aver vissuto tutto questo. Rivoluzinen9 ha colto tutto, tutti gli aspetti più sfuggenti di quando si passa dall'essere bambini all'essere adulti, così, da un giorno all'altro, senza nemmeno sapere perchè. Senza un avviso, senza nulla.
A sedici anni ti senti solo, ti senti stretto nel tuo corpo e vorresti cambiare, ma appena cambi vorresti tornare indietro, nella tua tana calda e sicura. Eppure non puoi.
E hai bisogno di una spinta, per andare avanti.
E Rivoluzionen9 dà questa spinta, anche a chi ormai l'adolescenza l'ha superata da un pò.


Mentre scorro le pagine, sorrido. Sorrido di malinconia e di tenerezza.
E sorrido in unico pensiero: "sì, sono proprio io".
Leggendo mi sembra di rivivere la mia rivoluzione, la mia ribellione, di esplodere di nuovo, c'è qualcosa in quelle pagine che riporta fuori tutta l'energia e la voglia di cambiare dell'adolescenza.
E mi fa sentire meno sola.



Anche mentre Silvio parla, e spiega, (anche se purtroppo senza Carla) c'è qualcosa in tutti noi che ci unisce, che ci rasserena e ci rende tutti complici, in un passaggio che abbiamo vissuto. Di una tappa che anche a distanza di anni, tutti abbiamo condiviso.

E così, per un attimo, ci si sente parte di qualcosa. Di qualcosa più grande di noi.

Grazie, Rivoluzionen9, per portato fuori la mia, di rivoluzione.
Forse la sto vivendo ancora adesso, forse non si smette mai.


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