martedì 4 settembre 2012

Like a TV Show

 Superato brillantemente il giro di boa delle due settimane. In realtà mi sembra di non aver fatto altro nella vita che aspettare pullman gremiti di gente per andare a downtown, cercare taxi per tornare a casa, andare a lezione in infradito, bere birra nei pub e ingozzarmi di brownies. Beh, l'ultima mi riesce particolarmente bene.
Comunque, dicevo, qui tutto procede molto alla maniera take it easy. Mi sembra veramente di vedere tutto familiare, forse perchè fin da piccola mi sono fagocitata puntate e puntate di telefilm americani e qui tutto sembta un set di Una mamma per amica. Ogni tanto vorrei fermarmi a toccare una casa o un cartello per vedere se sono veri. Poi vi chiedete perchè sono strana.
E' da giorni che provo a mettere insieme tre o quattro pensieri da scrivere sul blog, per potervi trasmettere tutto quello che sento io ogni giorno che passo qui, ma mi rendo conto che le parole mi mancano. (Dite che oltre a non riuscire a parlare inglese come vorrei sto sviluppando una dislessia in italiano?)

Mi manca il modo per dire come di sera mi addormento senza pensieri, se non la serenità. La serenità di sapere che chi amo sta bene, è casa, sorride pensandomi e mi ama da lontano. Mi ama cosi forte che lo sento da qui, in ogni minuto. Mi mancano le parole per dire come al mattino di qualsiasi umore sia mi basta una doccia, due chiacchiere con qualcuno e mettere il muso fuori di casa per respirare serenità.
Come ben sapete non sono mai stata una persona serena. Questo blog si chiama Irrequieta, ci sarà un motivo. Ora lo sono. E' spaventoso ed eccitante nello stesso momento. Respiro aria americana, mi perdo nel cielo enorme, trovo disegni nelle nuvole, sospiro ad ogni tramonto diverso. Siamo nel mezzo del nulla eppure tutte le sere i tramonti sono mozzafiato. Mi perdo nelle voci, nei colori, nelle musiche, negli odori. Tutto sembra fatto apposta per me. Tutto sembra racchiudermi alla perfezione.

Casa mi manca ogni momento, costantemente, ma è una mancanza positiva, energica, vitale. E' una consapevolezza di ritrovarla una volta tornata, un cuore che pulsa da lontano e mi manda un sacco di energia. Percepisco i sorrisi anche da qui, ora, dalla mia scrivania, mentre voi lì tutti dormite. Percepisco il calore.

Mi mancano le parole anche per raccontare la smania di fare, l'eccitazione di partecipare, la voglia di vivere che mi prende ogni mattina, ogni volta che penso a qualcosa. Mi sento energica, sto bene fisicamente, mentalmente, i miei mal di pancia, ansie, sudori freddi, mal di stomaco, mal di testa, spariti. Lasciati al check in dell'aereoporto, buttati nella spazzatura con la roba vecchia. Mi mancano le parole per descrivere come quest'America sa di America, con le sue meraviglie e le sue contraddizioni. La sua curiosità verso il mondo, il loro essere amichevoli e vivaci, e al contempo la loro chiusura a tutto ciò che è sconosciuto. E' affascinante immedesimarsi, entrare nelle viscere di un popolo, di una cultura, aprire la mente, cambiare punto di vista, smettere di sentirsi nel giusto con un'opinione dominante e mettersi da parte, guardare gli altri, scoprire che la vita è vissuta e vista con gli occhi di tutti e non solo dai tuoi.

Ma, e dico ma,  non mi mancano le parole per raccontarvi il football game che siamo andate a vedere sabato. Quello universitario. Allora, vi ricordate Clark che iniziava a giocare come quarterback in Smallville? Chiudete gli occhi. Ecco, era così. Solo che le maglie erano viola e i caschi gialli. Immaginatevi 109 e ve lo scrivo anche in lettere CENTONOVE giocatori di football fasciati da pantaloncini di lycra e supermuscolati a bordo campo. Anzi, 218 perchè le squadre sono due. Immaginatevi una trentina di cheerleaders con ponpons di brillantini e fiocco giallo in testa, immaginatevi un'orda di genitori eccitati con tatuaggi in faccia della squadra (giuro, finti) che urlano per il proprio pargolo che corre verso un touch down.Immaginatevi un odore di barbecue, una limonata formato gigante e un cheeseburger, immaginatevi un'atmosfera di festa e un'eccitazione vibrante tutt'intorno. La vita qui è così: intensa ma serena. Vedi persone ubriacarsi come se non ci fosse un domani durante il weekend ma completamente dedite allo studio in settimana, a studiare fino a mezzanotte in biblioteca. E' un altro modo di intendere la vita, spesso difficile da capire, spesso suscita un sorriso, ma così bello proprio perchè diverso e affascinante.


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Like a TV Show

 Superato brillantemente il giro di boa delle due settimane. In realtà mi sembra di non aver fatto altro nella vita che aspettare pullman gremiti di gente per andare a downtown, cercare taxi per tornare a casa, andare a lezione in infradito, bere birra nei pub e ingozzarmi di brownies. Beh, l'ultima mi riesce particolarmente bene.
Comunque, dicevo, qui tutto procede molto alla maniera take it easy. Mi sembra veramente di vedere tutto familiare, forse perchè fin da piccola mi sono fagocitata puntate e puntate di telefilm americani e qui tutto sembta un set di Una mamma per amica. Ogni tanto vorrei fermarmi a toccare una casa o un cartello per vedere se sono veri. Poi vi chiedete perchè sono strana.
E' da giorni che provo a mettere insieme tre o quattro pensieri da scrivere sul blog, per potervi trasmettere tutto quello che sento io ogni giorno che passo qui, ma mi rendo conto che le parole mi mancano. (Dite che oltre a non riuscire a parlare inglese come vorrei sto sviluppando una dislessia in italiano?)

Mi manca il modo per dire come di sera mi addormento senza pensieri, se non la serenità. La serenità di sapere che chi amo sta bene, è casa, sorride pensandomi e mi ama da lontano. Mi ama cosi forte che lo sento da qui, in ogni minuto. Mi mancano le parole per dire come al mattino di qualsiasi umore sia mi basta una doccia, due chiacchiere con qualcuno e mettere il muso fuori di casa per respirare serenità.
Come ben sapete non sono mai stata una persona serena. Questo blog si chiama Irrequieta, ci sarà un motivo. Ora lo sono. E' spaventoso ed eccitante nello stesso momento. Respiro aria americana, mi perdo nel cielo enorme, trovo disegni nelle nuvole, sospiro ad ogni tramonto diverso. Siamo nel mezzo del nulla eppure tutte le sere i tramonti sono mozzafiato. Mi perdo nelle voci, nei colori, nelle musiche, negli odori. Tutto sembra fatto apposta per me. Tutto sembra racchiudermi alla perfezione.

Casa mi manca ogni momento, costantemente, ma è una mancanza positiva, energica, vitale. E' una consapevolezza di ritrovarla una volta tornata, un cuore che pulsa da lontano e mi manda un sacco di energia. Percepisco i sorrisi anche da qui, ora, dalla mia scrivania, mentre voi lì tutti dormite. Percepisco il calore.

Mi mancano le parole anche per raccontare la smania di fare, l'eccitazione di partecipare, la voglia di vivere che mi prende ogni mattina, ogni volta che penso a qualcosa. Mi sento energica, sto bene fisicamente, mentalmente, i miei mal di pancia, ansie, sudori freddi, mal di stomaco, mal di testa, spariti. Lasciati al check in dell'aereoporto, buttati nella spazzatura con la roba vecchia. Mi mancano le parole per descrivere come quest'America sa di America, con le sue meraviglie e le sue contraddizioni. La sua curiosità verso il mondo, il loro essere amichevoli e vivaci, e al contempo la loro chiusura a tutto ciò che è sconosciuto. E' affascinante immedesimarsi, entrare nelle viscere di un popolo, di una cultura, aprire la mente, cambiare punto di vista, smettere di sentirsi nel giusto con un'opinione dominante e mettersi da parte, guardare gli altri, scoprire che la vita è vissuta e vista con gli occhi di tutti e non solo dai tuoi.

Ma, e dico ma,  non mi mancano le parole per raccontarvi il football game che siamo andate a vedere sabato. Quello universitario. Allora, vi ricordate Clark che iniziava a giocare come quarterback in Smallville? Chiudete gli occhi. Ecco, era così. Solo che le maglie erano viola e i caschi gialli. Immaginatevi 109 e ve lo scrivo anche in lettere CENTONOVE giocatori di football fasciati da pantaloncini di lycra e supermuscolati a bordo campo. Anzi, 218 perchè le squadre sono due. Immaginatevi una trentina di cheerleaders con ponpons di brillantini e fiocco giallo in testa, immaginatevi un'orda di genitori eccitati con tatuaggi in faccia della squadra (giuro, finti) che urlano per il proprio pargolo che corre verso un touch down.Immaginatevi un odore di barbecue, una limonata formato gigante e un cheeseburger, immaginatevi un'atmosfera di festa e un'eccitazione vibrante tutt'intorno. La vita qui è così: intensa ma serena. Vedi persone ubriacarsi come se non ci fosse un domani durante il weekend ma completamente dedite allo studio in settimana, a studiare fino a mezzanotte in biblioteca. E' un altro modo di intendere la vita, spesso difficile da capire, spesso suscita un sorriso, ma così bello proprio perchè diverso e affascinante.


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