giovedì 27 dicembre 2012

Are you coming home?


Cause di forza maggiore (leggi: impacchettamento, addii e mancanza di wifi) nessun post all'ultimo momento prima di lasciare quel buco che mi ha accolta per ben 4 mesi.
Forse é stato meglio così.
Primo post dal mio nuovo bambino. 
E adesso faccio i conti con l'ultima notte a NYC. Ultima notte negli States. 
L'ultima volta che ho dormito nel mio letto é stata la notte del 17 agosto. 
Per quattro mesi mi sono addormentata in letti sconosciuti, uno dei quali era quasi diventato casa. 
Il mio odore ci era rimasto impresso sopra. Non nelle lenzuola. Proprio nel letto. 
Nel materasso, nelle doghe, nel legno. 
La stanza 306 avrà per sempre un pó del mio odore, non importa chi ci dormirà. Chissá chi, poi. 
In ogni caso, sono nella mia minuscola stanza nel cuore di Manhattan, oggi ha nevicato potentemente e mi sono bagnata fino all'osso. Tento invano di far entrare tutto nelle valige. 
Sono così agitata che non so descriverlo.
Il semestre che ho appena passato é così vivido nella mia mente e allo stesso tempo così sfocato, come fosse stato tutto un sogno. 
Solo una settimana fa salutavo tutti.
Mi aspettavo singhiozzi, lacrime, nasi rossi e mascara colato.
E invece, composta e sorridente, ho abbracciato tutti, uno per uno, con la promessa di rivederci presto.
Sono salita sul mio taxi, unito pollici e indici a forma di cuore dal finestrino, e guardato per l'ultima volta tutti loro fuori dall'Alumni, con un sorriso.
Ok, ho iniziato a piagnucolare appena girato l'angolo.
Ma per pochino.
Non ho ancora realizzato il tutto, credo.
Forse penso solo di prendere il pullman che mi riporta lí, domani.
invece che un volo Delta che mi recapita a Malpensa.

Quante parole che avrei da dire, quanto sonno che ho in questo momento e quanto groppo in gola che mi si sta creando. 
Ho troppi pensieri ingarbugliati. Mi toccherà sbrogliarli.
Prima o poi.
Non adesso.
Fare i conti con troppe cose contemporaneamente non é da me.

Le metto tutte in stand by per qualche giorno.
Finché non saró rincoglionita dal jet-lag e odore di casa.
Allora sí, che sará il momento di fare i conti con i miei nodi alla gola.



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Cause di forza maggiore (leggi: impacchettamento, addii e mancanza di wifi) nessun post all'ultimo momento prima di lasciare quel buco che mi ha accolta per ben 4 mesi.
Forse é stato meglio così.
Primo post dal mio nuovo bambino. 
E adesso faccio i conti con l'ultima notte a NYC. Ultima notte negli States. 
L'ultima volta che ho dormito nel mio letto é stata la notte del 17 agosto. 
Per quattro mesi mi sono addormentata in letti sconosciuti, uno dei quali era quasi diventato casa. 
Il mio odore ci era rimasto impresso sopra. Non nelle lenzuola. Proprio nel letto. 
Nel materasso, nelle doghe, nel legno. 
La stanza 306 avrà per sempre un pó del mio odore, non importa chi ci dormirà. Chissá chi, poi. 
In ogni caso, sono nella mia minuscola stanza nel cuore di Manhattan, oggi ha nevicato potentemente e mi sono bagnata fino all'osso. Tento invano di far entrare tutto nelle valige. 
Sono così agitata che non so descriverlo.
Il semestre che ho appena passato é così vivido nella mia mente e allo stesso tempo così sfocato, come fosse stato tutto un sogno. 
Solo una settimana fa salutavo tutti.
Mi aspettavo singhiozzi, lacrime, nasi rossi e mascara colato.
E invece, composta e sorridente, ho abbracciato tutti, uno per uno, con la promessa di rivederci presto.
Sono salita sul mio taxi, unito pollici e indici a forma di cuore dal finestrino, e guardato per l'ultima volta tutti loro fuori dall'Alumni, con un sorriso.
Ok, ho iniziato a piagnucolare appena girato l'angolo.
Ma per pochino.
Non ho ancora realizzato il tutto, credo.
Forse penso solo di prendere il pullman che mi riporta lí, domani.
invece che un volo Delta che mi recapita a Malpensa.

Quante parole che avrei da dire, quanto sonno che ho in questo momento e quanto groppo in gola che mi si sta creando. 
Ho troppi pensieri ingarbugliati. Mi toccherà sbrogliarli.
Prima o poi.
Non adesso.
Fare i conti con troppe cose contemporaneamente non é da me.

Le metto tutte in stand by per qualche giorno.
Finché non saró rincoglionita dal jet-lag e odore di casa.
Allora sí, che sará il momento di fare i conti con i miei nodi alla gola.



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